Avventurosa e straordinaria, la vita artistica della pianista Olga Kern. Nata a Mosca in una famiglia di musicisti imparentata con Tchaikovsky e Rachmaninov, ha iniziato a studiare pianoforte a cinque anni. A diciassette si è classificata prima alla Rachmaninov International Piano Competition, negli anni successivi ha vinto undici fra i più prestigiosi concorsi internazionali ed è stata la prima donna a ottenere la medaglia d’oro e il primo premio alla Van Cliburn International Piano Competition. Cittadina americana, riconosciuta come una delle grandi interpreti della nostra epoca, si esibisce per la Società dei Concerti questa sera alle 20.45 alla Sala Verdi del Conservatorio. In programma musiche di Beethoven, Brahms, Schumann.
Cosa significa per lei tornare a suonare a Milano? "È sempre speciale. Fin da quando studiavo all’Accademia pianistica di Imola e vincevo concorsi internazionali, Antonio Mormone (fondatore della Società dei Concerti, ndr) mi ha sostenuta. Era una persona incredibile, ha aiutato tanti giovani musicisti di talento. Sua moglie Enrica Ciccarelli, pianista e mia amica, porta avanti questa eredità con il concorso internazionale a lui dedicato. Per me Milano sono loro e il mio pubblico, sia chi mi segue da tempo che i nuovi ascoltatori. Oggi ho passeggiato in centro per vedere le luci di Natale e una persona mi ha riconosciuta".
Come ha scelto il programma di questa sera? "L’ultima volta che ho eseguito un recital in Sala Verdi ho suonato solo Rachmaninov; stavolta propongo alcuni brani dei miei compositori preferiti: la “Sonata Waldstein“ di Beethoven, uno dei pezzi più difficili scritti per il repertorio pianistico, le “Variazioni“ di Brahms sul tema di Paganini e il pezzo monumentale e magico “Carnaval“ di Robert Schumann".
Cosa crede di avere ricevuto dalla Russia? E dall’Europa? "A Mosca ho studiato con i migliori insegnanti, le prime lezioni le ho ricevute da mia madre. L’Europa mi ha regalato la possibilità di studiare all’Accademia di Imola: anni fondamentali per la mia musica, le mie scelte".
E dagli Stati Uniti? "Mi sono trasferita nel 2001, dopo Cliburn; da allora la mia carriera è decollata. Ho tenuto concerti in tutto il mondo, lavorando con musicisti e direttori d’orchestra straordinari. Grandi recital, tournée, incontri irripetibili. Questo mi ha dato l’America".
Cosa fa quando non studia e non si esibisce? "Insegno alla Manhattan School of Music di New York, dirigo e seguo il concorso pianistico internazionale “Olga Kern“ ad Albuquerque, New Mexico. Inoltre sono direttrice artistica di una rassegna di musica da camera al Virginia Arts Festival a Norfolk. Sono impegnata per la Fondazione Kern “Aspiration“, che ho ideato con mio fratello, il direttore d’orchestra e compositore Vladimir Kern che ora vive e lavora a Shanghai; insieme aiutiamo i giovani musicisti. Quando mi rimane del tempo libero adoro andare all’opera, una mia passione; dipingo acquerelli, soprattutto d’estate, amo i colori di quella stagione. E ovviamente cerco di stare più tempo con la mia famiglia, mio figlio Vladislav Kern. È un ottimo pianista, ha studiato anche all’Accademia di Imola. Sono orgogliosa di lui, ora sta finendo gli studi a New York e ogni tanto facciamo concerti, a quattro mani e due pianoforti. Fra noi c’è complicità, magia, ci capiamo senza parlare. Suonare con lui è uno dei doni più belli che la vita mi ha dato."