MARIANNA VAZZANA
Cultura e Spettacoli

"Omaggio al maestro. Ma di Gigi ce n’è uno"

La forza di essere Gigi. Anzi, Enrico. A Brignano piace vincere facile calandosi nella tunica de “I 7 re di...

La forza di essere Gigi. Anzi, Enrico. A Brignano piace vincere facile calandosi nella tunica de “I 7 re di...

La forza di essere Gigi. Anzi, Enrico. A Brignano piace vincere facile calandosi nella tunica de “I 7 re di...

La forza di essere Gigi. Anzi, Enrico. A Brignano piace vincere facile calandosi nella tunica de “I 7 re di Roma” col pensiero a quel Proietti che 35 anni fa trasformò quel testo in uno dei suoi spettacoli più famosi. "Sarò irrispettoso, sarò coraggioso, sarò matto… non lo so! La mia sarà pure un’impresa, una follia, o un’impresa folle; ma ho un’età e se non lo faccio adesso…" dice lui a proposito del musical che porta in scena da oggi al 2 marzo agli Arcimboldi. "Visto che finora l’aveva rappresentato solo Proietti, il riferimento è inevitabile, anche se, calato il sipario, tengo a ribadire che di Gigi ce n’è stato e ce ne sarà sempre uno solo" spiega l’(anche troppo) romano de Roma a proposito dello show, curato da Manuela D’Angelo e impreziosito dalle musiche di Nicola Piovani, le scene di Mauro Calzavara, le luci di Marco Lucarelli, i costumi di Paolo Marcati e le coreografie di Thomas Signorelli. "Un omaggio al mio venerato maestro, certo, ma anche a Luigi Magni, che lo scrisse, e a Pietro Garinei che ne diresse la prima versione". Qualche modifica è stata inevitabile. "Abbiamo tagliato una mezz’oretta, perché l’attenzione del pubblico non è più quella di un tempo" ammette Brignano, che entra ed esce da undici personaggi con relative voci, tic, movenze. "E poi il testo andava sfrondato di tanti riferimenti anni ’80. Magni, che conosceva bene la storia di Roma, sommava leggenda e realtà in un mix di verità e falsità che abbiamo asciugato perché il pubblico ha il cuore un po’ bambino, è affascinato dalle leggende, e non ama troppo sentirsi ripetere, ad esempio, che Romolo non è mai esistito. È cambiata pure la sensibilità, così abbiamo attenuato le tinte del ratto delle sabine: uno stupro, argomento da trattare con più tatto". Una sfida importante affrontata con gioia, devozione, determinazione. "E fatica" aggiunge lui. "Proietti aveva 49 anni quando lo portò in scena, io 58, e in uno spettacolo così frenetico l’età si fa sentire". Andrea Spinelli