DIEGO VINCENTI
Cultura e Spettacoli

Panariello, Conti e Pieraccioni: un tour per tre

Sabato 18 marzo al Forum di Assago il celebre trio Panariello-Conti-Pieraccioni

Da sinistra Panariello, Conti e Pieraccioni

Milano, 18 marzo 2017 - I tre tenori toscani. All’ombra della Madonnina. Perché è il momento di Milano per «Il Tour» di Giorgio Panariello, Carlo Conti e Leonardo Pieraccioni, stasera alle 21 al Forum di Assago dopo una lista lunga così di date da tutto esaurito. Dentro e fuori il Granducato. Piacciono ad ogni latitudine i vecchi Fratelli d’Italia, come si facevano chiamare da ragazzotti, una ventina (e qualcosa) di anni fa. In scena puro intrattenimento. Come nei varietà di una volta.

Perché tornare insieme dopo tanti anni?

«Perché l’abbiamo sempre desiderato ma non c’è mai stata occasione - risponde Conti - Poi due anni fa ci siamo ritrovati al Mandela Forum di Firenze per festeggiare Francesco Nuti. E lì è stato talmente divertente da obbligarci a trovare il tempo necessario per scrivere un nuovo spettacolo».

Solo a Firenze avete fatto diciassette date.

«È un grande risultato in un palazzetto da sei mila persone - dice Pieraccioni - specie se si pensa che il maestro Benigni ne ha fatte quindici… Il segreto è che ci divertiamo, siamo i primi spettatori di noi stessi».

Cosa succede sul palco?

«Non è un cazzeggio fra tre grandi amici, è quasi tutto scritto - aggiunge Panariello - come in un varietà si succedono momenti diversi, alcuni più vicini alla tv e altri al teatro. Ad esempio, portiamo in scena un talent dedicato alla poesia: “Montale e Quale”. E poi passiamo a un’opera che rappresenteremo nel 2029 al Bolshoi di Mosca, con un Carlo Conti che vale il prezzo del biglietto».

Quanto siete stati importanti gli uni per gli altri?

«A 17 anni il signor Carlo Conti mi veniva a prendere con la sua Renault 5 - parla Pieraccioni- e credo mi abbia fatto evitare una ventina di anni di galera, con il suo equilibrio, la bonarietà, il baricentrismo».

E Panariello:«Da parte mia invece posso dire che forse col tempo avrei comunque trovato la mia strada, ma Carlo ha accelerato il percorso. Senza dimenticare quella grande avventura che fu “Vernice Fresca”, dove mi spinse a lavorare sui personaggi lasciando perdere le imitazioni».

Carlo Conti: «Io da figlio unico ho trovato due fratelli. Mentre sul palco ho imparato un ruolo fondamentale, quello della spalla. Sono il mediano che smista i palloni, loro sono i bomber. Un lavoro che abbiamo affrontato sempre insieme, fin dalla gavetta».

Serate storte?

«Una sera successe una cosa di puro avanspettacolo con Carlo, ad una festa privata. Io salgo per primo e inizio con le battute migliori ma vedo che nessuno ride. Allora mi giro verso di lui che sussurra: “Sono tedeschi”... Può immaginare. Siamo andati avanti in qualche modo, cercando di arrivare almeno a venti minuti che se no non ci pagavano».

Una caratteristica d’ognuno?

«Giorgio è il pignolo - risponde Pieraccioni - se dobbiamo fare venti date, ne vuole 25 di prove. Poi ha il talento di trovare i teatrini d’agosto senza aria condizionata».