Santo del giorno: Papa Martino I, il martire della Chiesa morto in Crimea

Il 13 aprile le Chiese sia cattolica sia ortodossa celebrano la figura del Pontefice che si oppose all'eresia monotelita

Papa Martino I martire

Amato dal popolo, stimato dal clero, osteggiato dall’imperatore. Le Chiese sia cattolica sia ortodossa celebrano oggi 13 aprile la figura di Papa Martino I martire, il Pontefice che osteggiò l’eresia monotelita e per questo entrò in rotta di collisione con Costante II, imperatore bizantino che lo fece prigioniero, lo espose al pubblico ludibrio per le strade di Costantinopoli e infine lo mandò in esilio in Crimea, dove morì solo e abbandonato, nella città di Cherson.

Martino, originario di Todi, fu consacrato Papa nel 649 e subito convocò un sinodo – considerato di fatto il primo Concilio lateranense – per dirimere la controversia sul monotelismo. Le sue nette prese di posizione contro l’eresia monotelita, sostenuta dal patriarca di Costantinopoli, scatenarono la reazione dell’imperatore bizantino. Costante II cercò di far arrestare Papa Martino ma la reazione della milizia cittadina e di tutta la popolazione romana respinsero il primo assalto. Nel 653, grazie a un piano più accurato, l’arresto-rapimento andò invece a buon fine e Martino fu portato a Costantinopoli.

Qui fu sottoposto a un processo sommario durato un solo giorno, fu torturato e trascinato incatenato per le strade della capitale imperiale. Condannato a morte, fu salvato dall’intercessione del patriarca di Costantinopoli presso l’imperatore, il quale mutò la pena capitale in esilio. Martino fu quindi mandato a Cherson, nella penisola di Crimea, dove la morte lo colse nel settembre del 655.