Patti Smith e Soundwalk Collective per il disco d’esordio di Ubi Kū, la prima etichetta italiana di ispirazione buddhista

Suoni registrati nei monasteri del Nepal a 4.000 metri, rielaborati in studio e accompagnati dalla voce inconfondibile della cantautrice americana: questo è Khandroma

Dalla collaborazione di Soundwalk Collective e Patti Smith è nata Khandroma, prima opera dell'etichetta musicale dell'Unione Buddhista Italiana di Milano (foto Vanina Sorrenti e Jesse Paris Smith)

Dalla collaborazione di Soundwalk Collective e Patti Smith è nata Khandroma, prima opera dell'etichetta musicale dell'Unione Buddhista Italiana di Milano (foto Vanina Sorrenti e Jesse Paris Smith)

Milano – Lo sventolio delle bandiere, i mulini di preghiera, i canti rituali nei templi, le interazioni tra suono e silenzio, l’eco del vento degli altipiani himalayani: questi sono alcuni dei suoni che hanno ispirato Khandroma, opera inedita nata dalla collaborazione tra la poetessa e cantautrice Patti Smith e i Soundwalk Collective, commissionata e pubblicata dalla neonata Ubi Kū, prima etichetta discografica che esplora e racconta le relazioni tra musica e cultura buddhista.

Ubi Kū è ideata e prodotta dall’Unione Buddhista Italiana che ha sede a Milano, attraverso la sua Agenda Cultura che si occupa di esplorare le relazioni tra cultura buddhista, spiritualità e creazione contemporanea, favorendo l’incontro tra diverse discipline realizzando e sostenendo mostre, progetti artistici e musicali.

Pubblicati in vinile e CD in edizione limitata, i titoli Ubi Kū sono disponibili per l’ascolto gratuito su GATE, il portale dell’Unione Buddhista Italiana. I titoli sono inoltre acquistabili su GATE e nei principali negozi di dischi e online.

“Il nome Ubi Kū è composto dall’acronimo di Unione Buddhista Italiana, che in questo caso sta anche per “qui”, e ora, e dalla parola kū, che in giapponese sta per ‘vacuità’. Due concetti chiave degli insegnamenti del Buddha: presenza mentale e consapevolezza dell’assenza di un sé o di esseri unici, indipendenti, immutabili. Concetti che ci son sembrati adatti a mettere in relazione cultura buddhista e musica, che è sempre prima di tutto ascolto e mutamento nel tempo e nello spazio”, dichiara Massimo Torrigiani, responsabile dell’Agenda Cultura di Unione Buddhista Italiana e della collana discografica.

“Il primo disco ne è una sintesi. Unisce le registrazioni ambientali dei monasteri più antichi del Nepal - vento, porte scricchiolanti, mulini da preghiera e manipolazioni elettroniche con la voce di Patti Smith che evoca una divinità femminile e mutante del cielo”. Caratterizzano le copertine dei dischi Ubi Kū le riproduzioni di opere di arte orientale custodite nei musei italiani. La prima è Na-ro mkha’-spyod-ma, una tempera su cotone tibetana del XVIII Secolo, esposta al MAO - Museo d’Arte Orientale di Torino. Rappresentazione di una ḍākinī, khandroma in tibetano, un essere femminile dai poteri sovrannaturali, associata alla tradizione tantrica. All’interno di ogni disco un libretto illustrato contiene i contributi di studiosi che analizzano i contenuti musicali e dottrinali delle opere. In particolare, in Khandroma, un testo di Chiara Bellini, tibetologa e attuale assessora alla cultura del Comune di Rimini, scrive dell’importanza del suono e delle opere d’arte all’interno di uno spazio sacro come il monastero, mentre Filippo Lunardo, docente alla Sapienza di Roma, spiega il significato nel mondo buddhista della khandroma, letteralmente “colei che attraversa il cielo” o “colei che si muove nello spazio”: esseri celestiali o maligni, che trasmettono insegnamenti esoterici e poteri spirituali ai praticanti, e rappresentano l’essenza di tutti i Buddha attraverso una conoscenza che trascende il mondo fenomenico. 

Khandroma nasce da un viaggio dei Soundwalk Collective e del musicista spagnolo Francisco López nell’alto Mustang, in Nepal, per registrare i suoni dentro e intorno ad alcuni tra i più alti monasteri del mondo - tra i 2000 e i 4000 metri. Suoni successivamente elaborati in studio e accompagnati dalla voce di Patti Smith, per restituire un raffinato ritratto sonoro di quegli spazi. Ascoltandolo si ha la sensazione che gli altipiani himalayani siano progettati per amplificare ed echeggiare l’incontro tra i respiri, le preghiere e i canti che emergono intorno e dentro i templi. Ogni opera pubblicata da Ubi Kū verrà espansa e presentata con concerti, installazioni, mostre e performance. Khandroma è stata allestita come installazione audio-video allo Spazio Murat di Bari per il festival internazionale d’arte Àngoli e diffusa, durante una serata dedicata, attraverso il sistema multicanale della Reethaus di Berlino.