ANDREA SPINELLI
Cultura e Spettacoli

Paul Weller sbarca all’Alcatraz: “Senza alcol sono più creativo”

L’artista inglese domani in via Valtellina: in scaletta i classici dei Jam e i pezzi gli ultimi due album da solista

Paul Weller, ex frontman dei Jam e degli Style Council

Milano, 19 settembre 2023 –  Alla fine pure Paul Weller ha ceduto all’idea di rileggere il passato col poderoso afflato strumentale di una grande orchestra, anche se la formula scelta per darsi in pasto domani al pubblico milanese è decisamente più sudata e da club. Accantonati archi e timpani, infatti, il 65enne di Woking è in scena all’Alcatraz di via Valtellina con la band che avrebbe dovuto vederlo sullo stesso palco un anno fa (tour europeo annullato), preceduto dai pupilli Stone Foundation.

Se infatti “An orchestrated songbook” – raccolta di ballad della sua produzione rivisitate con la complicità di uno stuolo di amici come James Morrison, Boy George, Celeste – è la “summa” del concerto offerto nel 2021 al Barbican Centre di Londra con la BBC Symphony Orchestra diretta da Jules Buckley, questo giro di concerti è una celebrazione dell’icona del Brit Pop che John William “Paul” Weller si porta incollata addosso dai tempi della militanza nei Jam. Un passato che non passa come sottolinea la presenza in scaletta di un paio di frammenti di quella stagione lontana quali “Start!” o “Town called malice”, oltre a schegge dell’altro sodalizio della sua carriera, quello con Mick Talbot negli Style Council di “My ever changing moods” e “Shout to the top!”. Anche se lo show pesca buona parte del repertorio dagli ultimi due album “Fat pop volume 1” e quel “On sunset” concepito nel delicato periodo del lockdown.

“Ho iniziato all’età di 12 anni suonando le canzoni degli altri, Beatles in primis, per lo più cose da tre-quattro accordi perché ero abbastanza scarso e la tecnica non mi consentiva di andare oltre", ammette Weller, otto figli, tre dei quali con l’ultima moglie Hannah Andrews.

"La mia strada l’ho trovata a 21 anni, nel terzo album dei Jam. Prima rubavo qua e là. Ma penso che tutti, in un modo o nell’altro, abbiano cominciato così. La mia miglior canzone? Forse ’’Aspects’’, dall’album ’’True Meanings’’ (che non esegue, ndr ) di cinque anni fa. Dico sempre: “Se sono riuscito a scrivere una melodia così, magari mi ricapiterà di fare qualcosa d’altrettanto buono se non addirittura migliore. Da quando sono sobrio, vale a dire da 13 anni, ottengo di più dalla musica. E non solo dalla mia. Ho accantonato l’alcol perché sapevo di doverlo fare se non volevo perdere mia moglie. Ed è stata la più grande fortuna della mia vita mia assieme a quella del giorno in cui mi sono trovato al verde e ho dovuto ricominciare la carriera suonando nei club per 40 persone. Sono stati questi rovesci a salvarmi e a rendermi quel che sono oggi".