DIEGO VINCENTI
Cultura e Spettacoli

Peggy Guggenheim e le altre: "Una metafora sulla fine delle cose"

All’Elfo Puccini arriva “La collezionista“ con Ida Marinelli protagonista: "Un tramonto che promette l’alba"

Una scena dello spettacolo all’Elfo Puccini con repliche sino al 2 febbraio

Una scena dello spettacolo all’Elfo Puccini con repliche sino al 2 febbraio

Milano – É un viale del tramonto, quello della Marchesa. Chiusa nel suo buen retiro veneziano, sembra aver perso la passione. La scintilla. Che per anni le ha permesso di decidere i destini dell’arte contemporanea. Fa un po’ tristezza a vederla. Con le opere del suo museo che intanto ammuffiscono in un caveau. Senza più finanziatori. Senza più gioia. Eppure dietro l’angolo c’è ancora una lista lunga così di progetti e di incontri e di morsi di vita, se solo riuscisse a trovare la chiave per rimettersi in piedi. Ci riuscirà? Meglio dare un’occhiata all’Elfo Puccini. Dove domani debutta in prima nazionale "La Collezionista". Con repliche fino al 2 febbraio. Per un progetto che unisce la solidissima squadra elfica con alcuni pezzi della compagnia Il Mulino di Amleto. E infatti alla regia ecco Marco Lorenzi, qui a portare in scena un testo di Magdalena Barile con protagonista assoluta Ida Marinelli.

Sempre una bellezza ritrovarla sul palco. In questo caso affiancata da Yuri D’Agostino, Barbara Mazzi e Angelo Tronca. Loro a raccontare una parabola umana in qualche modo ispirata a una figura iconica del Novecento: Peggy Guggenheim. O Luisa Casati Stampa, se vogliamo rimanere in orizzonti più vicini. Immaginari collettivi. Da cui emerge però una vicenda originale. Tutta incentrata su questa donna colta, alto borghese, un po’ disillusa. Che cerca di cavarsi fuori dalla crisi insieme al suo aiutante, un Leporello furbo e manipolatore. Ma dalle mille idee. E chissà mai che la scelta giusta non sia puntare su due giovani, sconosciuti artisti. Provare ancora una volta a rilanciare la posta.

"La Collezionista è una breve passeggiata verso il tramonto – spiega Lorenzi, già regista del fortunato "Come gli uccelli" –: il testo di Magdalena, il museo svuotato e senza più opere, lo sfondo di Venezia, la presenza di Ida, tutto concorre a formare questa splendida metafora. La Collezionista è infatti un modo per interrogarci sulla nostra umanissima difficoltà di accettare l’approssimarsi della fine delle cose, della fine di un’epoca e il sorgere di un’altra, diversa e nuova. Un tramonto, appunto. Che con sé porta sempre la promessa di un’alba. O così mi piace pensare". Insomma, l’Elfo torna di nuovo all’arte contemporanea. Come già successo con "Rosso", segnato dal profilo umano di Mark Rothko. Qui per comporre un lavoro stratificato. Commedia, certo. Ma con sfumature che paiono cechoviane. Mentre ci si interroga sulla ferocia di questo tempo che scorre. In cui le risposte precipitano fra le dita. Lasciando un fondo amaro, di malinconia.