ANNA MANGIAROTTI
Cultura e Spettacoli

Premiata ditta Incontrada-Pignotta. I tormenti dell’amore in agrodolce

Al Manzoni arriva la commedia “Ti sposo ma non troppo“, reduce dal successo al Sistina di Roma. L’autore, regista e interprete: "La vera domanda, siamo diventati inadatti a costruire relazioni stabili?".

Gabriele Pignotta e Vanessa Incontrada protagonisti della commedia in scena al Manzoni

Gabriele Pignotta e Vanessa Incontrada protagonisti della commedia in scena al Manzoni

Al Teatro Manzoni, dal 21 gennaio al 2 febbraio, “la ditta Incontrada – Pignotta”, dopo aver sbancato con intelligenza e ironia addirittura il Sistina, porta in scena una storia che conquista un pubblico sempre più largo: “Ti sposo ma non troppo”. Quattro protagonisti. Luca è interpretato da chi è contemporaneamente anche autore e regista.

Scusi, Gabriele Pignotta, non è un po’ troppo?

"Non è così raro che un commediante s’incarichi dei tre ruoli: vedi Benigni, Verdone, Pieraccioni...".

Raro semmai è trovare un attore di grande talento. E l’Incontrada, perfetta per una pièce che parla d’amore (concetto, sì, troppo largo), non è solo amatissima, giusto?

"Vanessa, che viene da un mondo più digitale, ha avuto l’arguzia e l’umiltà di scegliere attori consistenti, dai quali trarre consigli".

Citiamo Siddhartha Prestinari, che merita grande attenzione non solo per il nome.

"Una croce, all’inizio. Adesso ne va fiera. Gliel’aveva dato la madre Ilza, regista e mimo, allieva di Lee Strasberg e Marcel Marceau. Insomma, la bravissima Siddhartha, che ne ha ereditato il talento, è una vera figlia d’arte".

Nella commedia, si trova in coppia con Fabio Avaro: Carlotta e Andrea, sposati da dieci anni, stanchi e demotivati. Lei, Michele, alias Luca che si rapporta con Vanessa, alias Andrea (femmina), è un divorziato dall’eterna giovinezza, pronto a rifugiarsi in storie superficiali e prive di impegno. Si è ispirato solo a modelli letterari?

"Certo che racconto anche esperienze di vita personali. Molto comuni tra chi ha superato i quarant’anni. A teatro porto il quotidiano e l’attualità".

Siete dunque invecchiati rispetto al film del 2014?

"Sì, ma più belli e affascinanti".

Updatare, ricalibrare, non insidia la leggerezza per cui tutti la elogiano?

"Il mood romantico resta intatto. Anche di due che si separano m’impegno a raccontare lo struggimento".

Per chiarire il titolo, Il matrimonio è un farmaco potente da usare con cautela?

"La vera domanda è: siamo diventati inadatti a costruire relazioni stabili, o è l’amore stesso a richiedere un’evoluzione personale che non abbiamo il coraggio o il tempo di affrontare?".

Non certo i colpi di scena finali, ma che possiamo anticipare della trama?

"Scambi d’identità ed equivoci imbarazzanti. Errori clamorosi e divertenti gaffe. Emozioni confuse e crisi esistenziali. Le vite dei protagonisti si intrecceranno in modo inaspettato e saranno travolte dal desiderio di innamorarsi ancora".

Che dolce tentazione!

"Sì, ma non è il bacio Perugina".

Concordiamo con chi le riconosce la capacità di mixare riflessione e divertimento, come solo nella romantic comedy cinematografica americana degli anni ’80 e ’90.

"Confesso che anche per me è stato un cult “Harry, ti presento Sally”, piuttosto che “Notting Hill”. Ma mi sono ispirato pure a Cupido".

Ovvero?

"Internet, più facilmente raggiungibile grazie a iPad, iPhone… e ad altri ammennicoli creati ad hoc. Ma demonizzare i social era più al centro della commedia in precedenti edizioni".

Non risulta più necessario?

"Mi pare che siamo ormai disposti a riconoscere come sia più autentico e salvifico il rapporto a pelle, faccia a faccia".

Quindi il pubblico si sta anche riavvicinando al teatro?

"Mai troppo è il pubblico a teatro. Ma il merito di dirottare qui quello televisivo, inconfutabilmente, dobbiamo riconoscerlo a Vanessa".