Beruschi
Nella settimana scorsa, che ho passato a letto con l’influenza, la notizia che ha riempito i giornali è stata la scomparsa del caro Oliviero Toscani, apprezzato da tutti; nel dispiacere, vorrei però raccontare un breve aneddoto, che spero sorridente. Ci eravamo conosciuti attraverso comuni amici nei primi anni settanta, lui si stava affermando come grande fotografo di moda, io avevo appena iniziato la mia carriera partendo dal cabaret; gli viene in mente di proporre la copertina a una nota rivista di arredamento, fotografando me, allora completamente sconosciuto; ho dei ricordi molto confusi, in casa di una nobildonna, con quegli affari da barbieri per lavare i capelli, ovvero il copricapo di Don Chisciotte; la mia memoria è avvolta dalla nebbia, ma lui era soddisfatto del risultato delle foto, però la rivista le bocciò.
Ci rimase male, perché uscirono con una copertina scialba di qualche concorrente; ne disse di tutti i colori con quel suo linguaggio colorito e trascinante; negli anni a venire era il nostro motivo di sorriso; erano anni che non ci si incontrava, caro Oliviero, riposa in pace. La speranza di questi giorni è stata quella di tornare alle buone abitudini di un tempo: questo pensavo, con un sorriso, leggendo delle buone intenzioni della scuola: rimettere il latino alle medie, studiare storia divisa dalla geografia e via dicendo. Personalmente tengo molto all’educazione dei giovani e questo può aiutare a correggere gli attuali sbandamenti. Esempio: quando Cesare disse “Il dado è tratto” non stava facendo un brodo sulle rive del Rubicone. Alla prossima.