Grazia Lissi
Cultura e Spettacoli

Francesca Bonaita: “A Milano ho imparato la poetica delle cose semplici”

La giovane violista presenterà il suo album dedicato alla musica di Szymanowski il 16 gennaio al Museo della Scienza e della Tecnologia

Francesca Bonaita

Francesca Bonaita

Milano – Il suo talento le ha insegnato a perseverare, la sua tecnica le ha trasmesso la capacità di cercare e il coraggio di osare. Anticonvenzionale e solida, la violinista Francesca Bonaita, con Saskia Giorgini pianista, ha inciso l’album “Karol Szymanowski. Works for violin & piano“ (Brilliant Classics). Una tappa importante. La violinista milanese con Saskia Giorgini presenterà l’album il 16 gennaio alle ore 18 presso il Museo della Scienza e della Tecnologia di Milano, evento  promosso dal Centro Studi Grande Milano. E, tra i prossimi concerti solistici e cameristici in Italia e all’estero, fra cui Vienna, Bucarest, Lituania, Polonia e altre città europee.

Francesca, perché propone Szymanovski un autore poco conosciuto ed eseguito?

"Abbiamo pensato a un progetto monografico che avesse una forma di narrazione. La produzione del compositore polacco è indagata attraverso una suggestione onirica e, al tempo stesso appassionata, questo fin dal primo ascolto. Un intreccio tra la sensibilità musicale della propria terra, con lo sguardo rivolto al conterraneo Chopin, e le nuove forme della musica europea occidentale d’avanguardia, Strawinsky, Ravel, Debussy, il confronto con i capisaldi della letteratura cameristica, Brahms e Franck, l’interesse per la tradizione popolare, insieme all’amore per le arti, la cultura classica e il mito, la letteratura e il viaggio di formazione, in particolare nell’amata Italia. Ascoltare la sua musica, significa assaporare atmosfere e luoghi così ricchi di fascinazione, un "Grand Tour" del primo Novecento".

Quali sono i suoi progetti futuri?

"Tanto studio e concerti. Terminerò a breve un progetto di registrazione “Natura Naturans“ dal titolo del concerto per violino e orchestra di Fabio Vacchi".

Cosa le ha dato Milano?

"La poetica delle cose semplici, la determinazione a fare bene e meglio senza elogiarsi, lo sguardo verso la contemporaneità che sa dialogare con le case di ringhiera".