Riecco l’ispettore Stucky con “La valigia“ di Dovlatov

Giuseppe Battiston da stasera al Franco Parenti

Che bello vederlo in questi giorni sulla Rai. Nei panni dell’ispettore Stucky. Sempre credibile, sempre misurato. Sorta di tenente Colombo del Nord-Est, in una Treviso dal fascino clamoroso. Ma certo non si scopre oggi il talento di Giuseppe Battiston, una vita fra cinema e teatro dopo il diploma in Paolo Grassi. Quando lo si incrocia viene subito in mente quell’"Orson Welles’ Roast" che portava in giro una quindicina d’anni fa. Un monologo. Premiatissimo. Rimasto nel cuore per l’indimenticabile invettiva contro i colleghi che sfiatano invece che recitare. Neanche fossero termosifoni. Da allora tutta una serie di lavori molto apprezzati, dal Macbeth al Danton di Martone. Ma da stasera al Franco Parenti torna a proporre un assolo: "La valigia", tratto dai racconti autobiografici di Sergei Dovlatov, giornalista-scrittore russo emigrato negli Stati Uniti nel 1978. In patria i suoi testi sono stati a lungo censurati. Bisognava cercarseli nella clandestinità. Poi il viaggio dall’altra parte dell’oceano. Dove portò la sua scrittura dissacrante e ironica. Lontana dalle convenzioni. Repliche fino a domenica.

Diego Vincenti