ANDREA SPINELLI
Cultura e Spettacoli

Russell Crowe, un gladiatore sul palco: “L’Italia? Legame forte. Sarà perché... vi amo”

L’attore americano diventato rockstar domenica si esibirà a Varese con i Gentlemen Barbers. L’avo di Fidenza, la passione per la Lazio e l’omaggio ai Ricchi e Poveri, alla scoperta di un personaggio unico

Russelle Crowe si esibirà a Varese

Russelle Crowe si esibirà a Varese

Gladiatore sì, ma pure matematico, capitano di fregata, pugile, pilota di droni. E rockstar. Seppur lontano da Hollywood. Russell Crowe arriva in concerto domenica ai Giardini Estensi di Varese accompagnato sul palco dai Gentlemen Barbers e dietro le quinte dai tanti personaggi a cui ha dato volto, voce e animo sul grande schermo.

Russell, quali sono le città italiane a cui è più legato?

"Finora il mio legame più profondo è stato con Roma, ma più viaggio qui in Italia e più m’imbatto in luoghi capaci di lasciarmi impressioni indelebili. Amo Tropea, sono rimasto incantato da Alberobello e Portovenere di sera è magica. La Puglia possiede così tanti gioielli… a Borgo Egnazia, ad esempio, ho vissuto un’esperienza indimenticabile. Questa estate visito molti luoghi per la prima volta e sono certo che mi innamorerò di molti. Sono entusiasta all’idea di vedere Ascoli Piceno, Siena, Noto, Piacenza e, naturalmente, Varese".

C’è stata un po’ di confusione sulle sue radici. Si sente più ascolano o parmigiano?

"Non sono ancora stato ad Ascoli e non vedo l’ora. Il mio trisavolo Luigi Ghezzi partì da lì per l’Argentina, ma si dice che fosse nato nel Parmense. Perché una volta in Nuova Zelanda abbia scritto nei documenti d’immigrazione che era di Ascoli Piceno e non di Fidenza rimane un mistero".

Perché nella scaletta dello spettacolo ha inserito pure “Sarà perché ti amo” dei Ricchi e Poveri?

"Perché è una canzone divertente. La gente apprezza molto il fatto che abbiamo fatto lo sforzo d’imparare pure una canzone italiana. A dirla tutta, ho pure aggiunto un verso in italiano ad una delle nostre canzoni, ma non la cantiamo in automatico. La facciamo solo se il pubblico s’è divertito e ci chiede di eseguire qualche altra cosa".

L’ha mai sentita “Russell Crowe” di Salmo?

"Prima non la conoscevo, ora sì. Salmo mi sembra un artista molto serio che commenta il mondo intorno a lui, a volte affronta argomenti che sono una sfida o scomodi. È figo".

Parliamo del suo rapporto cinema-musica. Come lo vive?

"Bene, direi. Anche se qualche tempo fa ho rifiutato il biopic su un musicista che amo. Accettare, infatti, sarebbe stato un po’ come barare. Perché il film mi avrebbe messo in una posizione che, dal punto di vista della carriera musicale, non mi sono guadagnato".

Nei suoi concerti ha avuto molti ospiti, da Sting a Michael Bublè. C’è un artista italiano che le piacerebbe ospitare in questo tour?

"Alberto Urso ha aperto il nostro concerto di Roma. Lo trovo fantastico, ha una bellissima voce". Ma un Gladiatore tifoso della Lazio non è un po’ una contraddizione?

"E perché mai? La Lazio è il club più antico. La Lazio è l’underdog. Il simbolo della Lazio è l’aquila delle legioni romane e dell’imperatore. Massimo è un antico romano. Massimo è l’underdog. Massimo è un generale romano".

Già, ma a Roma il Gladiatore del calcio indossava la maglia di un altro colore.

"Se si riferisce a Totti, è stato un giocatore con una carriera immensa, una figura amata nel mondo del calcio e si merita e si è guadagnato il titolo di Gladiatore. L’AS Roma è una squadra di successo gestita molto bene e che dà un grande contributo alla comunità, su questo non c’è dubbio. Ma Totti e Massimo non sono la stessa cosa".

Col prossimo film, “Kraven – Il cacciatore”, entra nel mondo Marvel dello Spider-Man Universe. Che effetto le fa?

"Mi è piaciuto lavorare con JC Chandler, il regista, e non vedo l’ora di vedere il film".

Da Johnny Depp a Ryan Gosling, da Bradley Cooper a Kevin Costner, sono molte le moviestars che cantano e suonano. Qual è la sua preferita?

"Mi piace molto Schuyler Fisk, bravissima".