GRAZIA LISSI
Cultura e Spettacoli

Saioa Hernandèz, da stasera sul palco di Milano: "Tornare alla Scala? Per me è casa"

La soprano madrilena è stata consacrata al Piermarini per la sua interpretazione di Odabella in "Attila". da oggi interpreta "La Gioconda" di Ponchielli

La protagonista della serata di domani alla Scala, Saioa Hernandez

Trovate questo articolo all'interno della newsletter "Buongiorno Milano". Ogni giorno alle ore 7, dal lunedì al venerdì, gli iscritti alla community del «Giorno» riceveranno una newsletter dedicata alla città di Milano. Per la prima volta i lettori potranno scegliere un prodotto completo, che offre un’informazione dettagliata, arricchita da tanti contenuti personalizzati: oltre alle notizie locali, una guida sempre aggiornata per vivere in maniera nuova la propria città, consigli di lettura e molto altro. www.ilgiorno.it/buongiornomilano

Milano - Le vocali impresse nel suo nome sembrano comporre una piccola frase musicale come a voler segnare il suo destino. Saioa Hernandéz torna da stasera alla Scala in "La Gioconda" di Ponchielli, libretto di Arrigo Boito, sul podio Frédéric Chaslin, regia di Livermore. Il soprano madrileno, è stata consacrata al Piermarini per la sua interpretazione di Odabella in "Attila" di Verdi e in "Tosca" di Puccini; un talento unico, una voce ricca di sfumature e colori, la tecnica perfetta, un’intelligenza nel scegliere i ruoli. Saioa sta ripercorrendo il percorso artistico di Renata Scotto e Montserrat Caballé, sue maestre. E il pubblico scaligero la ringrazia. Questa volta interpreta una donna cattiva. "Non dica così, Gioconda non è Lady Macbeth; i ruoli scritti per i soprani raccontano spesso donne che hanno subito ingiustizie, tradimenti come Gioconda. E’ una giovane tradita per questo attacca Laura, sua rivale, è un attimo di follia di cui si pente immediatamente e la salva. E’ eroica".

Ritorna alla Scala, che rapporto si sta creando fra lei e il teatro?

"Sono stata scritturata per quest’opera tre anni fa, come per il ruolo di Amelia in Ballo in maschera e la tournée di Tosca, è saltato tutto per la pandemia e adesso sono di nuovo qua. Il mio karma mi ha riportato a Milano".

Crede nel caso o nel destino? "Non credo sia già tutto scritto, ci sono alcune situazioni che per storia, lavoro ci conducono a un punto preciso ma restiamo liberi di scegliere, anche di ignorarle se non ce la sentiamo di affrontare alcune opportunità". Oggi l’opera è trasmessa nelle sale cinematografiche e in televisione.

Secondo lei, quanto conta essere bella oltre che brava? "Non credo che la bellezza giochi molto nella selezione dei cantanti, nella lirica come al cinema, a teatro, i personaggi sono vari e diversi, la cosa più importante per ogni artista è il carisma. Si nasce con talento ma bisogna lavorare sodo per crearsi una personalità artistica solida, solo così puoi arrivare al cuore di ogni spettatore".

Cosa crede d’aver ricevuto dal nostro paese?

"Ho conosciuto mio marito, il tenore Francesco Pio Galasso; insieme condividiamo l’amore per la lirica, ci capiamo e sosteniamo sempre. Ci siamo conosciuti studenti durante una tournée di Traviata in Francia, era prima volta che mi esibivo in costume, durante quelle recite ho capito che avrei trasformato la mia passione per l’opera in professione. Nel vostro paese si è sviluppata la mia carriera, ho debuttato in Norma a Catania, poi a Parma, in altri teatri".

E da Milano?

"La Scala che mi ha invitato a due 7 dicembre indimenticabili, esperienze uniche per cui sono cambiata e cresciuta professionalmente; è un teatro che amo follemente, ogni volta esco in palcoscenico avverto la presenza invisibile di chi mi ha preceduto, compositori, direttori d’orchestra, cantanti, ballerini, si sentono ovunque".