ANDREA SPINELLI
Cultura e Spettacoli

I Seveso Casino Palace: "Litighiamo da sei anni ma siamo ancora qua"

Il gruppo spiega la fatica di lavorare in cinque a distanza e i progetti in corso

Seveso Casino Palace

Milano, 20 marzo 2020 - Il nome che si sono scelti evoca abbastanza bene il clima di una diretta Skype con i Seveso Casino Palace sparsi ai quattro angoli della città. Ma il video è l’unica salvezza lasciata da questi tempi ammorbati. Venerdì scorso è uscito il nuovo singolo della band milanese, “Come dici tu”, e tutti e cinque hanno cose da raccontare. A volte contemporaneamente. Il “boss” della formazione è Alessandro D’Amico, batteria, ma nella discussione si sente che è Silvia Ansaldi la frontwoman, affiancata da Gianluca Vergani, chitarra, Salvatore Falzone, basso, e Fabiana Lauro, tastiere. "Io e Silvia ci siamo conosciuti ad un corso di boogie voogie sette anni fa, frequentando entrambi l’Umberto Boccioni abbiamo iniziato a carezzare l’idea della band, anche se poi c’è voluto un altro paio d’anni per mandare in radio il nostro primo singolo ‘In four and for hate’ cantato in inglese", spiega il D’Amico. "Su ‘Come dici tu’ abbiamo lavorato tanto, perché c’erano idee diverse da conciliare e non è stato facilissimo".

E’ complicato, in questo momento, lavorare in videoconferenza? "Non è semplicissimo ma sempre meglio che scambiarci su whatsapp, perché è lì che nascono le incomprensioni. Per capirci dobbiamo guardarci in faccia. Anche perché abbiamo cinque teste e cinque caratteri diversi. E ogni decisione è presa per ‘statuto’ all’unanimità. Litighiamo da sei anni, ma siamo ancora qua".

Il vostro nome ha cominciato a circolare un paio di anni fa, quando avete partecipato ad “X-Factor”. "Dal punto di vista professionale quella s’è rivelata un’esperienza molto formativa, per l’opportunità di utilizzare una strumentazione di alto livello seguiti da professionisti di prim’ordine. Anche se l’esperienza televisiva ci ha messo davanti a dinamiche non sempre facili da accettare".

Ad esempio? "Noi siamo una band da studio e da palco, diventare una da programma tv ci ha un po’ destabilizzato. Abbiamo capito che quello della televisione è un mondo a bassa empatia che non ci appartiene più di tanto. Meglio i luoghi della musica indipendente, la sala prove, i concerti con gli amici. La telecamera finisce col toglie un po’ d’energia e si sente".

Cosa ascoltate? "Di tutto. Dai Limp Bizkit ai Pink Floyd, da Rancore ai Pearl Jam, agli Arctic Monkeys , senza tralasciare pure il rap un po’ truce di Ghostmaine. Silvia, che è l’anima pop del gruppo, in questo momento ha invece un debole per il nuovo album di Justin Bieber".

Potendo incrociare la strada di un idolo delle folle, chi vorreste incontrare? "Sono pochi gli artisti che ci mettono tutti d’accordo, uno di questi però è Salmo mentre l’altro è Caparezza di cui, fra l’altro, in concerto facciamo ‘Vengo dalla luna’ scambiandoci gli strumenti".