Quando si riuniscono nelle piazze e protestano per il clima gli studenti vengono spesso additati come idealisti. Poco consapevoli delle faccende economiche degli adulti. Eppure, le contraddizioni che la transizione energetica porta con sé le conoscono fin troppo bene. La green economy è solo per ricchi? Quali sono i pro e i contro del nucleare? Perché l’Europa vuole sostituire le auto a motore endotermico con quelle elettriche se, ad esempio, le batterie al litio vengono realizzate anche in fabbriche inquinanti con manovalanza minorile? Queste alcune delle loro domande. Ad affollare l’aula magna dell’Istituto Schiaparelli-Gramsci di Milano sono 250 studenti, provenienti da scuole secondarie superiori di diverse regioni, tra i quali una delegazione del Liceo Caravaggio, del Vittorini di Milano e del Marie Curie di Cernusco sul Naviglio. A dialogare con loro è Nicola Lanzetta, direttore Italia di Enel, in occasione di “E-Project: Ecological Literacy”, iniziativa promossa dall’Osservatorio Permanente Giovani Editori ed Enel. Lo scopo è trasformare “la protesta in proposta” attraverso un percorso di educazione ecologica. "La transizione energetica sarà la più grande rivoluzione degli ultimi 200 anni. Tenetelo presente quando penserete a cosa fare dopo la scuola", suggerisce Lanzetta. Le competenze. Uno dei grandi nodi da sciogliere. C’è poi quello dell’autonomia energetica e della decarbonizzazione. "Essere qui a parlare davanti a tanti giovani è stimolante: le nuove generazioni hanno a cuore la salute del pianeta e momenti come questo possono renderli più consapevoli sulle sfide energetiche del futuro", dice Lanzetta. Intanto gli studenti ascoltano con attenzione. Consapevoli, si intuisce, che gli adulti non hanno ancora tutte le risposte.
Jessica Muller Castagliuolo