Natività e morte. Due rovesci della stessa medaglia, la vita. Chi meglio di colui che in questi giorni nel suo nuovo libro celebra proprio la vita, può ricordare il suo mancato amico elogiandone le qualità artistiche e politiche? È Vittorio Sgarbi, autore di “Natività. Madre e figlio nell’arte”, che si apre al ricordo di Oliviero Toscani, con il quale nel 2009 è stato al centro della scena politica e culturale del borgo trapanese da rinnovare, Salemi.
Lei era sindaco di Salemi e Oliviero Toscani assessore alla Creatività. Come lo ricorda in quegli anni insieme?
"Con l’entusiasmo di un giovane che aveva la maturità di riuscire a comunicare il suo sapere a un gruppo di ragazzi che hanno fatto, poi, le loro esperienze partendo dalle sue intuizioni visive".
Un aggettivo per dire chi era per lei Oliviero Toscani?
"Un sostantivo: un inventore della realtà. La realtà non è quella che si vede, ma quella che lui trasformava vedendola".
Della vostra amicizia cosa le piace ricordare?
"L’entusiasmo con cui lui arrivava in questo piccolo luogo della Sicilia come fosse New York. Aveva sempre da dare e da ricevere per poter essere utile come assessore e come uomo di cultura e coscienza".
La foto è una forma di arte moderna. A quali opere d’arte paragonerebbe le sue fotografie?
"Ai primi impressionisti. Era un impressionista della fotografia perché quello che lui vedeva rivelava per intensificare lo sguardo".
La campagna pubblicitaria più rappresentativa per lei?
"Quella per Benetton in cui rappresenta i vari colori dell’umanità".
La fotografia ritrae la realtà inalterata, l’arte non ha filtri, respira, è vita. Secondo lei, come si legano foto e arte?
"Una cosa è il fotografo, una cosa è l’artista. Se le foto sono fatte con l’intenzione di essere delle opere d’arte, sono il sentimento della realtà".
Nel suo ultimo libro “Natività. Madre e figlio nell’arte” celebra il tema dei temi, la natività. Da dove nasce l’idea?
"L’idea di celebrare la maternità, la vita, nasce dalla constatazione che nella storia dell’arte cristiana il tema dominante è il tema della nascita di Cristo da una donna. Quindi non è Cristo creatore, ma Cristo creato. Il libro si muove in questa direzione".
Qual è la sua maternità preferita?
"Ognuna ha la sua storia. La Madonna del Latte di Ambrogio Lorenzetti"
Il mistero della natività si lega al mistero di Dio. Lei crede in Dio?
"Certamente. Dio è la natura".
Quale messaggio intende passare ai lettori del suo libro?
"Il messaggio della conoscenza. È il messaggio più importante. Conoscere determinate immagini consente di capire l’importanza della nostra tradizione storica italiana e i valori cristiani che essa trasmette".
La soddisfazione più grande della sua carriera?
"Vedere rinascere alcune città dove sono stato, come Salemi e Sutri; sono stati arricchiti di quella storia che c’era già e occorreva rinnovarla. La cosa più bella è trovare cose sconosciute e migliorarle. Vale per i quadri, per i paesi, le città, i borghi".
Progetti futuri?
"Una mostra alle Scuderie del Quirinale di artisti nella loro vecchiaia, cioè nel percorso tardo della loro produzione artistica. Quando sono capaci di riflessioni, pensieri, intuizioni, liberi dalle cose urgenti e aperti ad una visione assoluta".
Un messaggio ai giovani. Oggi cosa direbbe loro visto il contesto in cui vivono?
"Siate curiosi guardando alle cose cercando di capire".
La tecnologia porta alla curiosità?
"È uno strumento, è essa stessa una curiosità dell’uomo. Alla fine l’uomo prevale sempre".
Se fosse ancora qui con noi Oliviero Toscani, che cosa avrebbe voglia di dirgli?
"Ci vediamo domani".