Andrea Spinelli
Cultura e Spettacoli

Simple Minds in concerto a Cremona: "Siamo rimasti gli stessi"

Parla il cantante Jim Kerr in vista dell'atteso appuntamento di piazza del Comune tra calcio, rock e i 40 anni della storica band

Jim Kerr e Chris Burchill riportano dal vivo i pezzi storici con cui hanno venduto milioni di dischi nel mondo

Cremona, 2 luglio 2018 - Per uno cresciuto col quadrifoglio del Celtic Football Club tatuato sul cuore nel mito di Mazzola e di Rivera, che Mondiali sono senza Scozia e Italia? Jim Kerr lo sa benissimo, per questo al tifo raffreddato davanti al maxischermo di Russia 2018 preferisce il brivido caldo dei palcoscenici di quel Walk Between Worlds Tour che stasera lo deposita a Cremona, per festeggiare in piazza del Comune 40 anni di Simple Minds. E se oltre Manica il cantante di Glasgow la mette sul sentimentale, andandosene in tour a fine estate assieme ai Pretenders dell’ex consorte Chrissie Hynde (da cui ha avuto la figlia Yasmin Paris, mentre la madre dell’altro erede, James, è Patsy Kensit), in Italia Kerr preferisce puntare sul fascino elettrico dell’ultima fatica in studio “Walk between worlds”, che lascia nel repertorio della serata solo una manciata di pezzi per non togliere troppo spazio alla celebrazione dell’epopea (da 60 milioni di album venduti) di “Someone somewhere in summertime”, “Don’t you (forget about me)” e “Alive and kicking”. Tanti debbono qualcosa ai Simple Minds. A cominciare dagli U2. "Una decina di anni fa la band era praticamente morta, nessuno sembrava più interessato alla nostra musica", ammette Jim, 59 anni fra una settimana. "Così ci siamo chiesti se valesse la pena andare avanti, visto che tutto attorno a noi sembrava cambiato, che i negozi di dischi non esistevano quasi più, che l’industria del disco era in crisi nera perché nessuno voleva pagare più la musica. Eppure siamo riusciti a risalire la china, a tornare sugli schermi radar dei fans, a riconquistare un nostro spazio grazie alla musica, che riesce sempre a muovere tutto: dandoti una nuova speranza o facendoti intravedere un’altra possibilità".

E ancora: "A quanti si chiedono come riusciamo ad essere tanto positivi in un mondo che paga sulla propria pelle la Brexit e le politiche di paura di Trump, rispondo che la musica consente di trascendere tutto questo, di andare oltre. In fondo io e Chris (Burchill, il chitarrista, ndr) abbiamo sempre e soltanto voluto scrivere le nostre canzoni, registrarle, portarle in giro per il mondo e diventare una grande band. Traguardo che nel tempo non s’è spostato di un millimetro. Ecco perché credo che l’ultimo lavoro in studio ‘Walk between worlds’ prosegua su quella strada positiva già imboccata da ‘Big music’. E se qualcuno mi chiedesse come suona, direi che sono i classici Simple Minds, in particolare quelli della prima fase art-rock, ma contemporanei, vitali. Se ci metti il cuore e l’anima, infatti, prima o poi le cose accadono".