
Sonia Bergamasco, al centro, con Federica Fracassi e Isabella Ragonese
Milano, 17 marzo 2017 «Ti scrivo da un’isola deserta. Ora che ho un anello e un marito al mio fianco, solo ora posso dire di sapere cosa sia una donna sola…». Gioia e spensieratezza. Nelle parole di Renée a Louise. Amiche da sempre, sono state allontanate dal mondo e dalla vita. Ma da lontano continuano a comunicare. A parlarsi come fossero una accanto all’altra. Così le racconta Balzac in «Memorie di due giovani spose», romanzo epistolare del 1842 (praticamente introvabile). Così se l’è immaginate Sonia Bergamasco, curiosamente alla regia di «Louise e Renée», nuova produzione del Piccolo, da martedì al Grassi. Lunghissima tenitura. Forti del fatto che la locandina è di quelle che incuriosiscono. Con Stefano Massini a firmare la drammaturgia di un lavoro che non nasce per il teatro. E con Federica Fracassi e Isabella Ragonese nei panni delle due protagoniste.
«È un testo spietato – ha sottolineato Massini – dove si dicono anche cose tremende. Non vedendosi, le due donne si affidano totalmente alla parola e in questo si può percepire una grande attualità, se si pensa che è un periodo in cui arriviamo a scriverci messaggi da una stanza all’altra. A causa della distanza le protagoniste non hanno altro, solo la parola. Ma ogni momento si rendono conto che non è sufficiente, che non le riesce a contenere. Non a caso il testo è il trionfo della parola ma anche un suo atto d’accusa, per quella che è nei fatti una contraddizione profonda». Spazio allora alla parola. E alla sua interpretazione. Ovvero alla strana coppia Fracassi/Ragonese, quest’ultima per la prima volta in assoluto al Piccolo. Un duetto di prime donne. Per un’amicizia che nasce da bambine. In collegio. Quando però si apre il sipario, Louise e Renée non sono più ragazzine da tempo. La vita le ha separate. Ma continuano a raccontarsela in lunghe e periodiche lettere, in cui condividono gioie e dolori. Sogni e disillusioni. Vittorie e sconfitte. Così lontane, così vicine. Mentre s’inseguono mariti, amanti, chimere. «È un travaso continuo fra scrittura e lettura – ha spiegato Sonia Bergamasco –, per raccontare i sentimenti e soprattutto l’amicizia di queste due donne brillanti, non certo vittime, fedeli fino all’ultimo al loro progetto, a una propria idea d’amore. Al di là del lirismo e dell’altezza delle parole, il racconto possiede una concretezza femminile, anche se non lo si può considerare un lavoro di genere: prima di tutto stiamo parlando di essere umani».
Dal 21 marzo al 30 aprile al Piccolo Teatro Grassi, in via Rovello 2