ANDREA SPINELLI
Cultura e Spettacoli

Lo Stato Sociale si racconta sognando Sanremo (e la pensione)

La band sarà protagonista dell'Estate Sforzesca

Lo Stato Sociale

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L’Estate Sforzesca riparte da Paolo Jannacci e da Lo Stato Sociale, grandi protagonisti di questo primo weekend in musica. Per il quintetto bolognese l’evento di domani rappresenta pure il debutto del nuovo tour, come spiegano Alberto "Bebo" Guidetti e Alberto "Albi" Cazzola.  

Indubbiamente il titolo “Recovery Tour” è molto attuale.

Albi: “Recovery va inteso in senso non solo economico, ma anche emotivo, psicologico, culturale. Dobbiamo tutti recuperare il nostro modo di stare in mezzo agli altri, ricreando aggregazione e socialità”.

Al di là del 13° posto, soddisfatti di come è andata al Festival?

Albi: “Visto che siamo tornati all’Ariston col desiderio di chiarire che non siamo solo quelli di ‘Una vita in vacanza’, ma un collettivo con delle sue specificità, direi di sì”.  

Prima di Sanremo avete pubblicato in digitale cinque ep solistici, poi riuniti nell’album ‘Attentato alla musica italiana’. Andare in tour assieme non è una contraddizione?

Bebo: “No, perché lo scopo dello show è lo stesso dell’album: far convergere percorsi solistici diversi in un unico punto. Siamo infatti cinque anime diverse che, quando si mettono assieme, danno vita come per magia ad una nuova entità, quella de Lo Stato Sociale. E poi, nel deserto lasciato dalla pandemia, non c’erano le condizioni per giustificare cinque mini-tour”.

Ci saranno dei momenti solistici?

Albi: “In questo spettacolo abbiamo provato a mettere in luce le individualità senza alterare la formazione a cinque. La scaletta prevede alcune canzoni di ‘Attentato…’ ri-collettivizzate, ma anche diversi brani del passato”.       

La scelta di partire dal Castello Sforzesco è legata a ragioni di calendario o c’è dell’altro?

Bebo: “Dopo tre anni di fermo, iniziare da Milano è come passare da 0 a 100. Avevamo bisogno di un po’ di rodaggio prima di sbarcare a Bologna, davanti al pubblico di casa, e abbiamo scelto di farlo su una piazza molto importante. Grossa scommessa”.

Al Festival la sera delle cover avete cantato “Non è per sempre” degli Afterhours legandoci un messaggio molto forte a sostegno dei lavoratori dello spettacolo. Questo tour, quindi, è un atto di coerenza?

Bebo: “Va bene parlare di ripartenza, ma come? Durante il live proviamo a porci la domanda, anche senza cercare necessariamente una risposta”.

Cosa avete in agenda?

Albi: “Si naviga a vista, parallelamente a questi dieci concerti proseguiremo il lavoro in studio sul nuovo materiale. Anche perché nel 2022 cade il decennale di ‘Turisti della democrazia’, il nostro primo album, e in qualche modo lo celebreremo; sarebbe bello fare un disco con quella potenza, ma allo stesso tempo capace di rappresentarci per ciò che siamo oggi”.    

Tornare a Sanremo per la terza volta potrebbe essere un’opzione?

Bebo: “Penso che ad andarci tutti gli anni si invecchi precocemente. Certo tornarci nei panni di direttori artistici, più che di concorrenti, sarebbe un buon modo per celebrare il decennale. Anche perché dopo un’impresa del genere potremmo andare tutti in pensione e chiuderla lì con la musica”.