ANDREA SPINELLI
ANDREA SPINELLI
Cultura e Spettacoli

Teatro degli Orrori, mai dire mai: "La reunion? Siamo cresciuti. Ma a Sanremo non ci andiamo"

Il frontman Pierpaolo Capovilla e il bassista Giulio “Ragno” Favero tracciano il bilancio . L’ultima replica sul palcoscenico dell’Alcatraz (in vista di una probabile appendice estiva).

Il frontman Pierpaolo Capovilla e il bassista Giulio “Ragno” Favero tracciano il bilancio . L’ultima replica sul palcoscenico dell’Alcatraz (in vista di una probabile appendice estiva).

Il frontman Pierpaolo Capovilla e il bassista Giulio “Ragno” Favero tracciano il bilancio . L’ultima replica sul palcoscenico dell’Alcatraz (in vista di una probabile appendice estiva).

Era il 14 giugno di cinque anni fa quando Pierpaolo Capovilla decretava con un post su Facebook la fine del Teatro degli Orrori. Millecinquecentottantaquattro giorni dopo, sempre sui social, è arrivato l’annuncio della reunion perché, si sa che gli addii funzionano fino alla prossima crisi d’astinenza. Per Pierpaolo Capovilla, Giulio Ragno Favero, Gionata Mirai, Francesco Valente, giusto scherzarci sopra, dunque, intitolando Mai Dire Mai quel tour che martedì prossimo consegna al palcoscenico dell’Alcatraz la sua ultima replica. Ultima per il momento, vista la probabile appendice estiva.

Fine corsa, tempo di bilanci. Com’è andata?

Capovilla: "Molto bene, direi. Fin dal primo istante abbiamo messo da parte le contraddizioni che hanno governato negli ultimi anni i nostri intelletti, suonando in maniera molto professionale per un pubblico meraviglioso. Respirare un affetto e un’amorevolezza sorprendenti ha cambiato tutto".

Favero: "Le persone che sono venute ai nostri concerti ci hanno fatto sentire importanti. Non so se lo siamo per davvero, ma quando lo senti la tua vita prende un altro senso. Il concerto si fa insieme".

Le incomprensioni fra voi sono acqua passata?

Capovilla: "La fine del gruppo fu dovuta ad una crisi tra me e Giulio, all’affiorare di una incompatibilità esistenziale fra noi che abbiamo messo da parte. D’altronde pure Lotte Lenya risposò Kurt Weill dopo aver divorziato una prima volta. Farsi sorprendere dalla vita è sempre divertente".

Favero: "Siamo maturati tutti, com’è inevitabile che sia".

Ed ora? Sono passati dieci anni dalla pubblicazione del vostro ultimo album.

Favero: "Più che incidere un nuovo album, sarebbe interessante scrivere canzoni per i nostri spettacoli. Mi piacerebbe realizzare un’opera teatrale (d’altronde ci chiamiamo così), per portare il teatro nei concerti, non il rock in teatro, in modo da aggiungere ai nostri show una terza dimensione".

“In questa comunità così operosa, opulenta e vanitosa mai dire mai, ne va della sopravvivenza”, dice il testo della stessa “Mai dire mai”.

Capovilla: "Il primo verso la canzone dice ‘mai dire mai, ne va della sopravvivenza’, ma il secondo aggiunge ‘mai e poi mai, ne va della sopravvivenza’. Perché bisogna saper dire anche no. Al momento di ‘no’, infatti, ce ne sono diversi che le circostanze storiche dovrebbero imporci".

Un no l’avete detto pure al Festival di Sanremo.

Capovilla: "Al momento di tornare, se n’è parlato. E l’idea ha strappato a tutti e quattro una gran risata. Personalmente, preferisco tenermi a debita distanza dal nazionalpopolare. Perché di contenuti lì non ce ne sono o, se ci sono, mi sembrano fortemente inadeguati al momento che stiamo vivendo".

Indifferente al successo?

Capovilla: "È tutta la vita che faccio musica dal popolo, per il popolo e con il popolo. Perché dovrei cambiare idea proprio adesso?".