ANNA MANGIAROTTI
Cultura e Spettacoli

Tesori dell’800 lombardo. Dal Piccio a Beltrami. La missione di Cremona: "Valorizzare i capolavori"

Toccherà al museo Ala Ponzone coordinare 24 istituzioni culturali regionali. Una rete che comprende Poldi Pezzoli, Villa Carlotta e Accademia Carrara.

Toccherà al museo Ala Ponzone coordinare 24 istituzioni culturali regionali. Una rete che comprende Poldi Pezzoli, Villa Carlotta e Accademia Carrara.

Toccherà al museo Ala Ponzone coordinare 24 istituzioni culturali regionali. Una rete che comprende Poldi Pezzoli, Villa Carlotta e Accademia Carrara.

Passaggio di testimone, tra musei. A coordinare la rete dell’800 lombardo (24 istituzioni affiliate, dal milanese Poldi Pezzoli alla comasca Villa Carlotta di Tremezzina), concluso il mandato triennale della Fondazione Brescia Musei, subentra il Museo “Ala Ponzone” - Comune di Cremona. Missione: far apprezzare sempre più al pubblico le ricchezze del XIX secolo. Tra le quali, mai abbastanza apprezzata, la pittura del Piccio: l’ultimo romantico, precursore della Scapigliatura e del Divisionismo, anticonformista nella vita e nell’arte. Con Cremona ebbe grande consuetudine, tanto da finire, ahimè, annegato nel 1873, nelle acque del Po dove amava nuotare. La sua attività, attraverso un cospicuo nucleo di ritratti giunti in gran parte con donazioni private, è illustrata nella Sala 11 del Museo Ala Ponzone. Che oltretutto ospita, tra la produzione di un incisore molto vicino a Napoleone Bonaparte, il grande Giovanni Beltrami (1779-1854), “onore del cielo italiano, perché a niuno secondo fra i glittografi antichi, e forse maggiore di quanti fiorirono nei tempi a noi più vicini”, il misterioso capolavoro: un cristallo di rocca, ma secondo alcuni si tratta di un topazio bianco del Brasile, con incisa la Tenda di Dario, soggetto tratto da un dipinto del 1661 di Charles Le Brun che si trova a Versailles... a proposito di tesori. Davvero, risulta l’Ottocento uno degli straordinari periodi storici e artistici di cui Cremona è protagonista con la sua nobiltà e borghesia illuminata. Il nucleo originario della Pinacoteca e delle Collezioni del Museo si deve appunto al versatile marchese Giuseppe Sigismondo Ala Ponzone: scienziato, naturalista, archeologo, numismatico (oltre sedicimila pezzi di monete e di medaglie possedeva), e cavaliere gerosolimitano, deputato della Congregazione provinciale, membro di molte illustri accademie, e consigliere intimo, ciambellano di S.M.I., gran coppiere del Regno.

Con testamento del 1842 lascia a Ferdinando d’Asburgo, Imperatore d’Austria e Re del Lombardo-Veneto, le sue strepitose raccolte “a profitto degli studiosi” cremonesi. Inevitabili le contestazioni. E le dispersioni. Finché il Comune di Cremona, finalmente rivendicati tutti i diritti, inaugura le sale espositive in Palazzo Ala Ponzone, nel 1888. Nel 1928, la pinacoteca e le raccolte artistiche sono trasferite nell’attuale sede di Palazzo Affaitati, di origine cinquecentesca, ma riformato nel 1838 dall’architetto Carlo Visioli, al quale si deve la monumentale Sala delle colonne: qui, per mano dello scultore Claudio Monti, il busto del marchese, benefattore da ricoprire, insieme ai duemila pezzi che ormai tutto il Museo contiene (dal Medioevo al Novecento).