ENRICO
Cultura e Spettacoli

Un ricordo del grande Vito Molinari

Beruschi Molte volte mi faccio una osservazione: andando avanti con gli anni, sempre più spesso qualche amico se ne va. Caro...

Beruschi Molte volte mi faccio una osservazione: andando avanti con gli anni, sempre più spesso qualche amico se ne va. Caro...

Beruschi Molte volte mi faccio una osservazione: andando avanti con gli anni, sempre più spesso qualche amico se ne va. Caro...

Beruschi

Molte volte mi faccio una osservazione: andando avanti con gli anni, sempre più spesso qualche amico se ne va. Caro Vito Molinari, il mio primo regista in teatro: eravamo nell’autunno del 1979, avevo già fatto tre programmi in Rai (Non Stop, La sberla e Luna Park), qualcosina in cinema, ma mi mancava l’esperienza da attore vero, cioè sul palcoscenico di un teatro. L’impresario Scaffidi e il nostro Vito si fidarono di me e mi chiamarono come primo nome, in ditta con la stupenda e bravissima Minnie Minoprio, nella commedia musicale “L’angelo azzurro”, rivisitazione di Amendola e Corbucci del famoso film con Marlene Dietrich. Fu lì che conobbi la collega Margherita Fumero, futura mia moglie televisiva, ottima attrice proveniente dalla scuola di Macario. Il mese di prova fu particolarmente difficile, ma il regista fu bravissimo e mi trasformò in un attore; i colleghi non si fidavano, ma l’anteprima in teatro fu un grande successo ed anch’io cominciai a fidarmi di me. Il merito fu soprattutto di Vito Molinari, famoso non solo per essere stato il primo regista all’apertura della Rai in corso Sempione, ma vero inventore dell’intrattenimento televisivo, con successi che inchiodavano il popolo italiano davanti al piccolo schermo. Nacque così la nostra amicizia, rinsaldata negli anni; misi anche in scena un suo testo “La vita è una barzelletta”, con la regia di mio figlio, monologo apparentemente frivolo, ma con un fondo di malinconia. Negli ultimi tempi ci siamo rivisti in diverse occasioni e sento già che mi manchi: caro Vito riposa in pace. Arrivederci.