"Un po’ di tensione c’è, pronta a trasformarsi sul palco in adrenalina…" ammette Mace nell’attesa della grande notte al Forum che lo vede protagonista domani sera di uno show tanto tecnologico quanto visionario, improntato su “Obe” e “Māyā” gli album che l’hanno trasformato in uno dei più titolati producer italiani. Una maratona elettronica, come promesso anche dal titolo “An out of body experience”, creata per accompagnare lo spettatore fuori dal sé, in un viaggio extracorporeo verso una dimensione collettiva e mondi onirici. "Visto che per me si tratta di un’esperienza completamente nuova, non fossi un po’ sulla corda sarei un robot", ammette il beatmaker milanese, all’anagrafe Simone Benussi, classe 1982. "Comunque abbiamo la certezza dei nostri mezzi, perché abbiamo fatto un lavoro gigante di preparazione. Parlo al plurale perché sul palco siamo in dieci, più gli ospiti, quindi un vero e proprio collettivo".
Parliamo, quindi, degli ospiti.
"Ne ho chiamati una ventina, a cominciare da Izi, Gemitaiz, Venerus, Joan Thiele, Ele A, Chiello, Coez, Marco Castello (ma fra i suoi amici c’è gente come Fabri Fibra, Frah Quintale, Franco 126, Fulminacci, Guè, Marco Mengoni, Noyz Narcos, Rkomi, Salmo, quindi è facile prevedere un bell’affollamento, ndr) ma ci sarà pure un suonatore di sitar, strumento che forse non s’è mai visto prima su quel palco. Questo perché è mia intenzione impreziosire lo spettacolo con colori musicali di tante parti del mondo, visto che nella mia vita il viaggio ha sempre rappresentato l’occasione per provare a guardarlo da tante prospettive diverse".
Un “melting pop” ad alto potenziale, quindi.
"A differenza di ‘Obe’, che è un album concepito in studio e poi solo in un secondo momento adattato alle esigenze di tournée, ‘Māyā’ è stato realizzato proprio col pensiero all’impatto live, tant’è che già in prova ha dimostrato tutte le sue potenzialità".
Cosa c’è per lei dopo il Forum?
"Il C2C Festival di Torino, abituale appuntamento di fine ottobre divenuto col tempo il mio preferito, perché è quello in cui si ritrova l’avanguardia qui in Italia. Al Club to Club quest’anno faccio un doppio show e mi sento onorato di trovarmi in una line up che mi vede in scena dopo gente come Arca o Nicolás Jaar con i suoi Darkside. Al C2C sono protagonista di due show, un dj set e poi quello con cui porto sul main stage del Lingotto “Voodoo people“ nuovo spettacolo che sovrapponendo techno, psichedelia e tribalismo tira fuori il mio animo un po’ più scuro. Insomma, dopo il debutto al Forum di domani, un altro sogno che si realizza".
Per un prossimo progetto da che parte del mondo le piacerebbe prendere ispirazione?
"Devo ancora pensarci. A fine anno riprenderò a viaggiare con la certezza che da qualche parte arriverà una nuova folgorazione. Vorrei tornare in Africa, continente che ho esplorato molto, ma in cui sono certo di aver ancora molto da scoprire, anche se tra le prime mete ci sono il Vietnam e, in primavera, il Giappone, dove conto di portarmi un po’ di strumentazione per mettere su uno studiolo di registrazione a Tokyo e trascorrere un mesetto a raccogliere idee. Non essendo, infatti, uno che pianifica la sua musica, quando arriva l’ispirazione giusta devo coglierla al volo".