BeruschiLa mia nonna me lo diceva davanti ad ogni novità: “C’è sempre una prima volta!”. In questo modo il pargolo e poi il giovane è cresciuto attraverso le varie esperienze. Poi la frase è diventata ironica di fronte al “primo bacio”, per non parlare del doppio senso nei confronti delle fanciulle in fiore. Tutto ciò mi è tornato alla mente nei giorni scorsi: una piacevole cena di una nota associazione, alla quale sono stato invitato per parlare del mio libro; bella gente, età media sopra i 40 anni. Dopo dolce e caffè, prende la parola la presidente per le comunicazioni di rito e poi tocca a me, parlo di tante cose, ma un punto mi ha colpito: raccontavo del 1948, quando la vittoria di Gino Bartali al Giro di Francia "scongelò" l’Italia. Percepisco che la gente non capisce e riassumo: c’era stato l’attentato a Togliatti, una parte dei partigiani era pronta a riprendere le armi; ero sul lago, avevo quasi sette anni, tutto sembrava immobile nel Paese, il terrore era palpabile, ma il nostro grande Ginettaccio sbloccò la situazione, tutto ricominciò a muoversi e la gente a parlare (tenendo anche conto che dall’ospedale Togliatti aveva invitato alla calma). Vedo facce perplesse, chiedo: “Vi ricordate“? Solo un signore in prima fila mi dice: ”Non ricordo, avevo solo tre anni!”. Rimango di sasso e mi rendo conto di essere il più anziano dei presenti, non ci avevo minimamente pensato. Naturalmente ho tirato avanti brillantemente, tra risate ed applausi. Come diceva la mia nonna: c’è sempre una prima volta!
Cultura e SpettacoliUna prima volta c’è sempre