SERENA CURCI
Cultura e Spettacoli

Assane Diop, una risata seppellirà il razzismo: “È ovunque ma non mi influenzerà”

Il 29enne è il primo stand-up comedian afro-italiano a calcare il palcoscenico di Zelig: "All’inizio mi esibivo di nascosto. Poi una sera dissi alla mia famiglia di accendere la tv su Italia 1..."

Assane Diop, 29 anni, è di Castiglione delle Stiviere: ha origini senegalesi

Assane Diop, 29 anni, è di Castiglione delle Stiviere: ha origini senegalesi

L’ironia come strumento per raccontare un’Italia in continua evoluzione. Una battuta alla volta Assane Diop - comico originario del Senegal e cresciuto a Castiglione delle Stiviere - decostruisce con il sorriso i pregiudizi che serpeggiano nel nostro Paese. A soli 29 anni, Diop è già un uomo da record: è il primo stand-up comedian afroitaliano a calcare il palco di Zelig e in poco tempo ha raggiunto quasi 100mila follower su TikTok. "Fin da bambino ho sempre pensato che far ridere fosse il mio destino – racconta il comico –. La strada è ancora lunga ma il futuro ha in serbo per me tanti bei progetti".

Diop, come ha deciso di diventare un comico?

"Sono sempre stato un bimbo divertente, ma crescendo far ridere amici e famiglia non mi bastava più: il mio sogno era diventare un comico professionista. Non ho mai smesso di crederci nonostante le difficoltà".

Quali ostacoli ha dovuto affrontare?

"All’inizio mio padre non era d’accordo: ha sempre fatto lavori manuali e per lui il comico non poteva essere una vera professione. Capivo il suo punto di vista ma ho comunque fatto di testa mia, e ho cominciato a esibirmi di nascosto. Dopo anni di segreti e piccoli traguardi raggiunti ho scelto di condividere la mia felicità con la mia famiglia: una sera andava in onda su Italia 1 un mio spettacolo e ho consigliato, con finta ingenuità, di guardare il programma su quel canale. Ricordo ancora i loro volti sorpresi quando mi hanno visto in televisione. Da quel giorno non hanno mai smesso di essere dalla mia parte".

Chi sono i suoi modelli di riferimento?

"Ho sempre ammirato gli stand up comedian americani, i miei preferiti sono senza alcun dubbio Chris Rock e Kevin Hart. La strada è ancora lunga ma sogno di diventare come loro".

Perché usare l’ironia per parlare di un argomento delicato come il razzismo?

All’inizio ero titubante, temevo che questo tema fosse troppo delicato ma, con l’aiuto del mio autore, mi sono buttato. L’ironia ha una forza intrinseca da non sottovalutare mai: ci fa ridere ma al tempo stesso ci fa riflettere. Se usata con intelligenza ci aiuta a crescere".

L’Italia è un Paese razzista?

"Non penso che l’Italia sia uno Stato razzista, semplicemente perché il razzismo c’è ovunque: in Africa, ad esempio, ci sono ghanesi che guardano con diffidenza gli ivoriani. Per me ciò che conta è rispettare il Paese in cui si vive, si tratta della nostra casa e bisogna averne cura".

Lei è mai stato vittima di pregiudizi e stereotipi?

"Mi è capitato da bambino, mi ricordo in particolar modo un professore a scuola. Quando sei piccolo però non sei malpensante, non cogli le battutine, gli sguardi o le frecciatine, è impossibile recepire la diffidenza che ti circonda. Crescendo ci ripensi e ti rendi conto di aver avuto a che fare con veri e propri pregiudizi. Io ho scelto di riderci sopra, di non lasciarmi influenzare dalla negatività".

Quali sono i suoi progetti futuri?

"Dopo Zelig ho ricevuto un bel po’ di richieste, alcune dal mondo del cinema. Sul piatto ci sono tante novità ma per adesso non posso dire altro, restate sintonizzati".