
Alcuni dei “pezzi pregiati“ in esposizione nella Contemporary Exhibition Hall di Iulm 6
La mostra è il luogo del crimine, lungo il percorso sono disseminate tracce e indizi per indagare la dimensione del “Giallo“, toccarlo, lasciarsi abbagliare, riflettere. Da oggi al 10 aprile, nella Contemporary Exhibition Hall di Iulm 6, va in scena “I Sensi del Giallo. Il corpo (del reato) tra inganno ed evidenza. All’origine una ricerca accademica confluita in un “Atlante del Giallo. Storia dei media e cultura popolare in Italia (1954-2020)“ finanziata con fondi Prin e condotta su scala internazionale insieme ad altri atenei. Ne è nato un libro, un convegno e ora una mostra multimediale.
"L’idea è sottolineare la dimensione sinestetica della narrativa “gialla“, che chiama a raccolta tutti i sensi, che attraversa tutti i media della seconda metà del Novecento: letteratura, cinema, pubblicità, fumetti, entra persino nella Settimana Enigmistica, con i quiz investigativi", racconta Gianni Canova, direttore artistico della mostra insieme a Luisella Farinotti. Già la connotazione cromatica, tutta italiana (tratta dalle copertine Mondadori di Carlo Jacono, con cui si apre il percorso) attiva i sensi e illumina un genere "che negli anni è stato trattato con diffidenza, considerato cultura altra e di serie B, prima della nobilitazione con grandi autori come Umberto Eco, Scerbanenco, Sciascia, Camilleri", ricorda ancora Canova, senza dimenticare l’amore del grande pubblico: "È un genere che più di tanti altri si offre come chiave di lettura della contemporaneità – sottolinea Gianni Canova –. Ha la capacità di aiutarci a comprendere i conflitti. È prezioso anche dal punto di vista sociologico. Nella nostra ricerca, condotta con altre università, abbiamo tentato di restituire una mappatura ampia, rigorosa e scientifica del genere". Uno spazio è dedicato alla Milano nera: "Dalla Milano anno Sessanta, con quei conflitti violentissimi che nessun altro ha raccontato come il Duca Lamberti di Scerbanenco, al cinema “polizziottesco“ anni Settanta, con film ambientati nella nostra città, che nella sua modernità produce i conflitti più abrasivi".
"Anche lo spettatore è chiamato in causa con tutto il suo corpo: accecato da visioni insostenibili, folgorato da un eccesso cromatico, sollecitato da continui richiami ai sensi è di volta in volta vittima o risolutore del caso", spiega Farinotti. "Abbiamo trasformato lo spazio espositivo in un vero e proprio ‘luogo del crimine’, dove il visitatore è chiamato a decifrare tracce, seguire indizi e immergersi in un’esperienza sensoriale che fonde video, audio e installazioni interattive – sottolinea la rettrice Valentina Garavaglia –. Con questa mostra, la Iulm si fa punto d’incontro tra il passato e il futuro del genere, in un dialogo continuo con la città e il suo pubblico". Ingresso gratuito, dal lunedì al venerdì (9-18).