Gran ritorno per la direttrice Simone Young sul podio della Scala, per l’inaugurazione della stagione sinfonica con il “Concerto per violino” di Johannes Brahms, solista Sergej Krylov, e il poema sinfonico “Ein Heldenleben” di Richard Strauss (in cui i soli di violino sono eseguiti da Francesco De Angelis); domani sera alle 20 (repliche venerdì e sabato). Young, che dal 6 dicembre sarà ai Berliner Philharmoniker, alla Scala ha iniziato con “Das Rheingold” il suo viaggio attraverso il “Ring des Nibelungen”. Ritorno anche per Sergej Krylov, il cui virtuosismo nel 2016 aveva impressionato il pubblico scaligero. Nato a Mosca dove ha compiuto i primi studi, si è specializzato con Salvatore Accardo all’Accademia Stauffer di Cremona; ospite come violinista nelle grandi sale europee, è direttore della Lithuanian Chamber Orchestra.
Maestro Krylov, è di nuovo alla Scala.
"È sempre una grande responsabilità, un riconoscimento alla carriera. È un’orchestra che amo, l’ultima volta ho suonato il “Concerto n°5” di Paganini diretto da Fabio Luisi, esperienza fantastica. Stavolta eseguirò quello di Brahms, capolavoro assoluto. Sono felice di collaborare per la prima volta con Simone Young, ho molte affinità con lei. Quest’anno ho suonato alla Scala con altri colleghi fra cui Brunello, Sollima per il progetto Orchestra del Mare: ci siamo esibiti con strumenti ad arco realizzati dai detenuti di Opera con i relitti dei barconi di Lampedusa. Un concerto speciale che ha intensificato le nostre amicizie, oltre la musica".
Eseguirà uno dei Concerti per violino più celebri al mondo.
"Ho avuto la fortuna di dirigerlo oltre che suonarlo; in questo concerto non esiste la perfezione, come a volte accade con Beethoven. Non basta un’intera vita per raggiungere le alte vette di questa musica così pura: non ci sarà mai fine. C’è sempre qualcosa di nuovo da scoprire".
Come il Concerto per violino di Cajkovskij, quello di Brahms è arrivato al grande pubblico. Come lo spiega?
"I due compositori si odiavano, non credo sarebbero felici di sapere che questi loro concerti siano ugualmente celeberrimi nel mondo. Cajkovskij considerava la musica di Brahms una base su cui si ergeva il nulla, l’autore tedesco ignorava il collega russo. Entrambi i concerti toccano l’anima di chi ascolta, perciò sono conosciuti anche da non conosce la musica classica".
E lei come vive il Concerto di Brahms che eseguirà?
"Per me è una sinfonia in cui avverto la genialità, l’armonia del compositore. Parte come una sinfonia e poi dà una parte importante al violino, ma è una grande sinfonia".
Perché ha scelto il violino?
"Lo hanno scelto i miei genitori musicisti: avevo tre anni quando hanno capito che in me c’era talento e mi hanno indirizzato a una scuola di musica. Mia mamma dice che prima di parlare cantavo ogni melodia che sentivo. Sono stato un bambino musicale, credo di esserlo ancora".
Cosa le ha insegnato il maestro Accardo?
"Ho avuto grandi maestri, lui è unico. Mi ha dato tantissimo, mi ha rivelato le mille sfumature del violino, dell’interpretazione; conosce tutti i compositori, i brani che sono stati scritti per violino. Con lui sono entrato nel cuore della musica europea, questo trasmetto ai miei allievi".