Milano, 29 novembre 2020 - Sono giorni di attesa per il Dpcm del Natale 2020. Il decreto del presidente del Consiglio Giuseppe Conte, che detterà le regole anti-Covid per le feste, dovrebbe arrivare entro il 4 dicembre. Sono numerosi i nodi da sciogliere per il premier e il ministro della Salute Speranza. Norme particolarmente attese in Lombardia, da oggi entrata ufficialmente in zona arancione. Un allentamento molto atteso nella regione più colpita dall'emergenza Covid-19, dove i numeri, seppure in contrazione, sono ancora alti. Nell'ultimo giorno da zona rossa, la Lombardia ha fatto registrare 4.615 nuovi casi di coronavirus e 119 morti (21.512 in totale dall'inizio della pandemia). I tamponi effettuati sono stati 37.286, per un rapporto nuovi positivi/tamponi del 12,4%. In calo i ricoveri, sia in terapia intensiva (-6, 919 in totale) sia negli altri reparti (-253, 7.616 in totale). I guariti/dimessi erano invece 4.736. I numeri che confermano il contenimento dei contagi fatto registrare nell'ultimo periodo. Un miglioramento che è valso la zona arancione. Ma la guardia resta alta. Soprattutto per il periodo natalizio.
Consumi crollati del 20%
Il Natale 2020, segnato dal Covid, non sarà come tutti gli altri. E gli effetti dell'emergenza si fanno sentire sull'economia della "locomotiva d'Italia". "Sarà senza dubbio un Natale molto difficile – commenta Marco Barbieri, segretario generale di Confcommercio Milano, Lodi, Monza e Brianza -. L'emergenza sanitaria peggiora una situazione economica gravissima, in particolare per le imprese ancora in lockdown come i pubblici esercizi. A livello generale si registra una contrazione dei consumi di oltre il 20 per cento mentre raddoppia il fatturato del commercio on line. Per evitare che l'emergenza sanitaria diventi economica e sociale sono più che mai urgenti indennizzi adeguati alle perdite e cancellazione degli oneri fiscali per le imprese più penalizzate”. Secondo una stima dell'Ufficio Studi di Confcommercio Milano, Lodi, Monza e Brianza il Covid deprime il Natale dal punto di vista economico con un calo del 20,3% dei consumi rispetto al 2019. Del resto, saranno molti meno i soldi della tredicesima spesi per gli acquisti: 2 miliardi e 716 milioni di euro contro i 3 miliardi e 408 milioni dello scorso anno (-692 milioni).
Le misure anti-Covid per il Natale 2020
Quali sono le misure attualmente sul tavolo? Sarà un Natale blindato? Sciolto il nodo degli spostamenti di fascia per le regioni ora gli occhi sono puntati sul nuovo Dpcm, atteso nei prossimi giorni. Un decreto che dovrà trovare un equilibrio tra le istanze economiche e quelle sanitarie. Allo stato attuale sembra prevalere la linea della massima cautela. L'obiettivo è evitare gli errori commessi durante l'estate e scongiurare l'arrivo di una terza ondata.
Ecco i punti principali e le ipotesi del governo.
Spostamenti tra regioni
La linea di tendenza dell'esecutivo sembra chiara: dal 18 o 19 dicembre non potremo spostarci nemmeno fra le regioni gialle. Confermato ovviamente a maggior ragione il divieto di uscire dal proprio comune per chi è invece in fascia arancione o rossa. I governatori cercano ancora di evitarlo ma il governo sembra determinato. Resterà invece consentito tornare nella regione dove si ha la residenza o il domicilio. Resterebbero solo alcune pochissime eccezioni (con necessaria autocertificazione): come per esempio andare a trovare un parente stretto in difficoltà o solo. Ma la discussione è aperta.
Coprifuoco
Nel prossimo dpcm dovrebbe rimanere per tutte le Regioni il coprifuoco dalle 22 alle 5 del mattino. Sembra non essere passata, al momento, la linea di un coprifuoco più permissivo solo per le vigilie delle feste maggiori, Natale e Capodanno.
Ristoranti
Per quanto riguarda la situazione dei ristoranti nelle zone gialle dovrebbe rimanere la chiusura alle 18, con blocco totale però a Natale e Santo Stefano. Passando alle regioni arancioni e rosse, bar e ristoranti dovrebbero rimanere chiusi tutto il giorno.
Chi torna dall'estero
Per chi torna dall'estero sarà obbligatorio sottoporsi al tampone e osservare la quarantena. Il governo deve ancora decidere se l'obbligo riguarderà tutti i Paesi o solo quelli a vocazione sciistica (tipo Austria o Svizzera per intenderci). Sembra comunque necessario un accordo europeo e sembra anche esclusa l'ipotesi di una chiusura delle frontiere.
Negozi
Per favorire lo shopping natalizio si pensa ad allungare gli orari dei negozi in zona gialla fino alle 21, purché però questo permetta di rispettare il coprifuoco che scatta alle 22. Per le altre zone dovrebbero rimanere in vigore le regole dei colori, con i negozi chiusi nelle rosse.
Messe
Potrebbero essere anticipate le tradizionali messe di mezzanotte. Su questo è in corso un confronto con la Cei, che appare ben disposta. Non è escluso inoltre che possa essere aumentato il numero delle celebrazioni nel corso della giornata, per evitare assembramenti.
Cenoni in famiglia
Rispetto ai tradizionali cenoni, non essendo possibile imporre obblighi nei luoghi privati, non si esclude che ci si limiti a raccomandazioni: non più di 6 a tavola è l’indicazione degli ultimi giorni. I commensali consigliati sono i parenti stretti e i conviventi
Impianti sci chiusi
La mancata apertura degli impianti per le festività natalizie, pare ormai cosa certa dopo le ultime esternazioni dei componenti del Governo. Un tema molto sentito in Lombardia, dove il Natale senza lo sci rischia di costare caro: 700 milioni dei circa 10 miliardi di fatturato generato a livello nazionale dal turismo invernale legato alla neve - secondo le stime diffuse da Confindustria e Anef (Associazione nazionale esercenti funiviari) - arrivano dalla Valtellina e dalla province di Bergamo, Brescia, Lecco, Como. Due terzi dei ricavi si concentrano in un mese, dall’8 dicembre - la festa dell’Immacolata che coincide con l’apertura della stagione sciistica - all’Epifania.
Scuola
L’orientamento prevalente è riportare tutti in classe, nelle zone gialle, non prima del 7 gennaio. Ma nelle aree a più basso contagio, dove a oggi per le superiori c’è didattica a distanza al 100%, i liceali potrebbero gradualmente rientrare a scuola già dalla metà di dicembre, magari riducendo la percentuale della Dad. Il confronto è aperto in vista del varo del nuovo dpcm: tutte le scelte, viene sottolineato, sia quelle su dicembre che quelle su gennaio, dipenderanno dai dati del contagio.
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