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Dpcm Natale 2020, cosa si può fare e cosa no in Lombardia: coprifuoco, spostamenti, cenone

In giornata la firma al decreto di Conte con tutte le norme su negozi, coprifuoco, cenoni e aperture per ristoranti e bar

Natale 2020

Milano, 3 dicembre 2020 -  Oggi è il giorno della firma dell'attesissimo nuovo Dpcm che stabilirà nel dettaglio le regole per prossime vacanze di Natale. Nelle scorse ore il consiglio dei ministri ha approvato un decreto legge che stabilisce la cornice dei provvedimenti e le date. Il quadro sarà completo quando il premier Conte darà il via libera al nuovo Dpcm che entrerà in vigore alla mezzanotte, sostituendo quello che scade oggi, mercoledì 3 dicembre. Il nuovo Dpcm conterrà tutte le norme per gestire  questa delicata fase della seconda ondata di Covid-19. Secondo una bozza inviata alle Regioni il Dpcm resterà in vigore fino al 15 gennaio

Scontro Regioni-Governo

La Conferenza delle Regioni ha espresso "stupore e rammarico" per il metodo seguito dal governo sull'ultimo Dpcm. Le Regioni hanno sottolineato "l'assenza di un preventivo confronto" con i presidenti. Un metodo, viene fatto notare, che "contrasta con lo spirito di leale collaborazione, sempre perseguito nel corso dell'emergenza, considerato peraltro che la scelta poteva essere anticipata anche nel corso del confronto preventivo svolto solo 48 ore prima". Non solo: i governatori osservano che nel decreto legge approvato ieri dal governo "non si fa riferimento alcuno a norme sui ristori economici delle attività che subiscono limitazioni e/o chiusure, più volte richieste dalle Regioni e dalla Province autonome. Le riserve maggiori dei governatori sono legate alle restrizioni del decreto legge firmato nelle scorse ore sugli spostamenti sui territori, anche tra Comuni vicini, durante i giorni principali delle festività. "Una decisione lunare", ha commentato in tarda mattinata il governatore della Lombardia Attilio Fontana. Mentre il vice presidente della Conferenza delle Regioni, Giovani Toti, governatore della Liguria, ha puntato il dito contro il fatto che il parere degli enti locali è stato chiesto dopo la pubblicazione del decreto sulla Gazzetta Ufficiale.  A protestare non solo le Regioni, ma anche 25 senatori del Pd che chiedono al governo di modificare la 'stretta' sugli spostamenti tra i comuni. Tra i contrari alle ulteriori restrizioni natalizie anche Italia viva, che ieri nella riunione a palazzo Chigi si è però ritrovata in minoranza (i ministri Pd, Leu e M5s hanno appoggiato la linea del rigore) e oggi torna alla carica chiedendo che vengano riviste anche le misure sui centri commerciali e gli outlet, per i quali è confermata la serrata nei week end. Getta acqua sul fuoco puntando a una mediazione, pur rivendicando la 'stretta' di Natale, il vicesegretario del Pd Andrea Orlando, che assicura: sugli spostamenti fra i comuni "c'e' una interlocuzione con le Regioni e alcuni particolari saranno chiariti: tendenzialmente gli spostamenti devono essere legati a uno stato di necessita'". Anche Leu difende le misure contenute nel decreto: "Si prosegue sulla giusta strada della massima precauzione", afferma il capogruppo di Liberi e uguali alla Camera, Federico Fornaro.

Fontana: "Dall'11 dicembre Lombardia zona gialla"

Furioso con la decisione del Governo di vietare gli spostamenti tra Comuni a Natale e Capodanno, il goveratore lombardo Attilio Fontana confida perlomeno in un alleggerimento delle misure restrittive nell'ambito del sistema a tre fasce messo in piedi a suo tempo da Palazzo Chigi.  "Sicuramente - ha detto in un'intervista al programma 'Iceberg' di Telelombardia - se i parametri continueranno ad essere quelli che oggi sono e forse miglioreranno anche, l'11 di dicembre dovremmo diventare zona gialla, terminate le tre settimane necessarie per il passaggio, di cui una di avvicinamento e una di mantenimento. Il nostro sacrificio è valso - ha aggiunto Fontana - perché abbiamo abbassato la linea del contagio e abbassato la pressione sugli ospedali e il pericolo che tanti nostri cittadini correvano. Da un punto di vista sanitario è servito molto. Con i numeri che abbiamo negli ultimi 5-6 giorni sono più tranquillo. La situazione sta migliorando in maniera sostanziale, dobbiamo continuare con cautela ma l'impegno dei nostri cittadini, ai quali va la nostra riconoscenza e il nostro grazie, stato sicuramente ripagato".

Arcuri: "Sarificio molto alto ma necessario"

"Sapiamo tutti che il sacrificio chiesto agli italiani sulle festività è molto alto e anche che è molto difficile accettarlo: il mio pensiero è di accettarlo il più possibile solo pensando che significhi a contribuire che quanto è avvenuto non accada più". Lo ha detto il commissario all'emergenza coronavirus Domenico Arcuri, in una conferenza stampa. "Le misure restrittive - ha sottolineato - hanno funzionato e stanno funzionando. Il sacrificio richiesto di nuovo è stato utile e proficuo. La ripartizione" dell'Italia in tre zone di rischio "ci dice che non bisogna allentare la presa proprio adesso, alleggerire le misure significherebbe rischiare con una buona probabilità addirittura la terza ondata". "Sarebbe davvero complicato iniziare la più grande campagna di vaccinazione di massa che il nostro mondo ricordi nel pieno della terza ondata, intravedere la luce alla fine del tunnel e rituffarci tutti di nuovo nel buio", ha concluso Arcuri.

Sarà un Natale "blindato"

Quel che è certo è che si va verso un Natale "blindato", con l'obiettivo di portare Rt nazionale sotto l'1 (l'ultima rilevazione lo dà all'1.08). Un dato assodato è il mantenimento dell'Italia divisa per fasce di rischio. "Con il prossimo Dpcm dobbiamo continuare con misure serie e rigorose - ha detto ieri il ministro della Salute Roberto Speranza -. Due le priorità: mantenere la classificazione delle Regioni in tre fasce di rischio perché l'impianto di fondo è corretto e sta funzionando, e rinforzare le limitazioni previste che dovranno essere rinforzate anche in un coordinamento europeo che diventa indispensabile: quindi vanno limitati il più possibile i contatti non indispensabili tra le persone". Per il governatore lombardo Attilio Fontana il decreto deve unire esigenze sanitare e tutele economiche. 

Ma veniamo a una analisi dei provvedimenti in arrivo, che delineeranno le feste in Lombardia, dal 29 novembre approdata in zona arancione

Spostamenti

Il decreto legge di ieri ha già stabilito che dal 21 dicembre al 6 gennaio sarà vietato spostarsi fra le regioni, anche quelle in zona gialla. Considerato che per quella data praticamente tutta Italia dovrebbe essere in zona gialla, di fatto ogni spostamento extraregionale sarà vietato. Non solo: le feste saranno blindate. Il 25 e 26 dicembre e il giorno di Capodanno non sarà possibile spostarsi fuori dal proprio Comune. Ci si potrà spostare solo per ragioni di lavoro, salute o urgenza muniti dell'aucoertificazione. Sarà comunque sempre possibile rientrare nella propria residenza, domicilio o abitazione. Non sarà possibile raggiungere la seconda casa se si trova in una regione diversa (sì invece se invece è nella stessa regione gialla). Dal 4 al 20 dicembre sarà invece possibile muoversi fra le regioni gialle. Per chi si trova in zona arancione o rossa è sempre possibile tornare a casa dal 4 dicembre al 6 gennaio. 

Coprifuoco

Confermato il coprifuoco alle 22 alle 6 dal 4 dicembre al 6 gennaio. Nessuna deroga per la notte di Natale, per quella di San Silvestro e per il giorno dell'Epifania.

Negozi

Negozi aperti fino alle 21 ma centri commerciali off limits nei week end e nelle giornate prefestive e festive.

Ristoranti

I ristoranti e bar (in zona gialla) restano aperti dalle 5 del mattino alle 18, insieme ai pub, alle pasticcerie e alle gelaterie. Il giorno di Natale, a Santo Stefano o il 31 dicembre sarà dunque impossibile cenare al ristorante. Durante gli orari di apertura "il consumo al tavolo è consentito per un massimo di quattro persone per tavolo, salvo che siano tutti conviventi".

Impianti da sci chiusi

Confermato il divieto di apertura degli impianti sciistici e delle piste da sci. Gli impianti riapriranno il 7 gennaio "agli sciatori amatoriali, solo subordinatamente all'adozione di apposite linee guida da parte della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome e validate dal Comitato tecnico-scientifico". Lo scopo è quello di evitare "aggregazioni di persone e, in genere, assembramenti". Piste aperte invece agli "atleti professionisti e non professionisti, riconosciuti di interesse nazionale dal Comitato olimpico nazionale italiano, dal Comitato Italiano Paralimpico e/o dalle rispettive federazioni per permettere la preparazione finalizzata allo svolgimento di competizioni sportive nazionali e internazionali o lo svolgimento di tali competizioni". La mancata apertura degli impianti per le festività natalizie è un tema molto sentito in Lombardia: basti pensare che il Natale senza lo sci rischia di costare caro, visto che 700 milioni dei circa 10 miliardi di fatturato generato a livello nazionale dal turismo invernale legato alla neve - secondo le stime diffuse da Confindustria e Anef (Associazione nazionale esercenti funiviari) - arrivano dalla Valtellina e dalla province di Bergamo, Brescia, Lecco, Como. 

Chi torna dall'estero

Tutti coloro che arrivano in Italia dai paesi extra Schengen dovranno rimanere in quarantena per 14 giorni. Le persone che entrano in Italia da quei paesi "sono sottoposte alla sorveglianza sanitaria e all'isolamento fiduciario per un periodo di quattordici giorni presso l'abitazione o la dimora indicata".

Scuola

Scuola superiore in presenza per almeno il 50 per cento della popolazione studentesca a partire dal 7 gennaio. L'attività didattica ed educativa per i servizi educativi per l'infanzia, per la scuola dell'infanzia, il primo ciclo di istruzione nonché per gli studenti della scuola secondaria di secondo grado, continua a svolgersi in presenza, con uso obbligatorio di dispositivi di protezione delle vie respiratorie salvo che per i bambini di eta' inferiore ai sei anni e per i soggetti con patologie o disabilità incompatibili con l'uso della mascherina.

Messa di Natale

 La messa di Natale dovrebbe svolgersi alle 20.

Crociere

Dal 21 dicembre al 6 gennaio sono poi sospesi i servizi di crociera da parte delle navi passeggeri di bandiera italiana. A quelle con bandiera estera è inoltre vietato "di fare ingresso nei porti italiani, anche ai fini della sosta inoperosa".

Veglioni vietati

Veglioni vietati ovunque, anche negli alberghi. Il decreto stabilisce infatti che "dalle ore 18 del 31 dicembre 2020 e fino alle ore 7 del 1 gennaio 2020, la ristorazione negli alberghi e in altre strutture ricettive è consentita solo con servizio in camera.

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