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AGRICOLTURA 4.0 DALLA MAREMMA A EXPO DUBAI, LA SCOMMESSA DI UNA SFERA

L’IDEA DI COSA esattamente avrebbe voluto e potuto fare da grande l’ha avuta nel 2015, a 43 anni. Uscito da un’esperienza imprenditoriale nel settore dell’edilizia interrotta dalla crisi, invece di restare in attesa di tempi migliori ha deciso di rimettersi in gioco subito cambiando completamente settore passando dal cemento alla terra, ma della prima esperienza una convinzione se l’è portata dietro: bisogna saper sfruttare al meglio la migliore tecnologia a disposizione. Il suo pensiero di agricoltura 4.0 parte da questo assioma e dall’idea alla realizzazione del progetto il passo è stato tanto breve quanto vincente, se si considera che la sua azienda – la Sfera Agricola – dal prossimo ottobre a marzo 2022 sarà all’Expo di Dubai a rappresentare l’Italia nel settore agrifood come esempio di produzione sostenibile e risparmio idrico.

Luigi Galimberti è l’imprenditore che ha messo in piedi tutto questo partendo solo da un’idea, perché quando nel 2015 ha iniziato a pensarci non aveva né i terreni né i capitali per muovere qualsiasi passo. E allora? Allora ha scommesso su se stesso e sulla convinzione di poter presentare un progetto vincente. Tutto inizia con una mail inviata a Lorenzo Allevi, ad di ‘Oltre Venture’, società di venture capitalist che mostra interesse e concede un primo finanziamento di 150mila euro. Ma giusto per iniziare, perché una volta che l’azienda è costituita – siamo nel 2016 – bisogna dare forma alla teoria. Così Galimberti individua un terreno nel territorio comunale di Gavorrano, in Maremma, terra da sempre vocata all’agricoltura, e decide che quello è il posto ideale per far partire la produzione di pomodori, insalate e erbe aromatiche all’interno di una serra di tredici ettari con colture idroponiche.

A conti fatti, servono tanti soldi e a questo ci pensa di nuovo ‘Oltre Venture’ che investe 7 milioni e mezzo di euro, ma anche Iccrea Banca che di milioni ne mette quasi dodici. Oggi questa serra è la più grande d’Italia per questo tipo di produzione ed è anche un perfetto mix di rispetto dell’ambiente e altissima produttività a qualità certificata. Partiamo dal primo aspetto. "Non usiamo sostanze chimiche – spiega Galimberti – e per l’irrigazione utilizziamo acqua piovana che, naturalmente, prima viene recuperata e analizzata. Per le nostre coltivazioni, quindi, abbiamo ridotto del 97 per il fabbisogno idrico: per produrre un chilo di pomodori, ad esempio, utilizziamo 2 litri di acqua contro i 75 delle colture a terra e di questi due litri poi ne recuperiamo il 90 per cento grazie ad un impianto che capta anche la condensa che si forma all’interno della serra". Nel 2020, grazie al lavoro dei suoi 260 dipendenti, ‘Sfera Agricola’ ha fatto uscire dalla serra tre milioni di chili di pomodori, un milione di chili di insalate e mezzo milione di chili di basilico con una stima di 315 milioni di litri di acqua risparmiati rispetto alle coltivazioni tradizionali, dato – questo – che ben si sposerà con la filosofia dell’Expo dove tutto è stato pensato per ridurre al minimo il consumo di acqua, tanto è vero che la fiera sarà dotata di un sofisticato sistema che converte in acqua l’umidità dell’aria.

"L’idea dell’agricoltura idroponica a me è venuta proprio visitando l’Expo 2015, a Milano – spiega ancora Luigi Galimberti –. Ho visto che molti parlavano, tutti mangiavano e quasi nessuno però faceva qualcosa di concreto per la sostenibilità. Allora ho iniziato a studiare, a documentarmi, e partecipando ad un evento all’Università di Torino mi sono reso conto che la tecnologia per realizzare questo progetto già c’era. Ci voleva una buona idea e il coraggio di investirci". I risultati, oggi, sono tutto fuorché contestabili. Sfera passa da un fatturato di 3 milioni e 750mila euro del 2018 agli 11 del 2020 (con la previsione di salire a 15 alla fine del 2021), porta sul mercato prodotti "nikel free" (ovvero in totale assenza di metalli pesanti, tanto che il suo passato di pomodoro viene venduto anche nelle farmacie), nel 2019 Piero Angela gli dedica un servizio speciale nella sua trasmissione e nel 2020 vince il contest "AgriFuture" del Santa Chiara Lab dell’Università di Siena che intendeva premiare le buone pratiche di innovazione sostenibile. Ed è grazie a questo risultato che l’azienda maremmana rappresenterà il settore agrifood italiano all’Expo di Dubai che, nel solo Padiglione Italia, prevede un’affluenza di 28mila visitatori al giorno, ovvero – alla fine – di 5 milioni di persone.