ELISA SERAFINI
Economia

"Milano può trainare il turismo ma non si aumentino tasse", la ricetta di Andrea Giuricin

Nel 2023 possibili rincari su imposte di soggiorno e trasporto aereo con inevitabili ripercussioni sui flussi turistici in Lombardia. L'analisi dell'economista

Turisti in piazza Duomo a Milano (Newpress)

La città di Milano ha registrato recentemente un dato record di visitatori, riportando i flussi di turismo al livello pre-Covid. Un dato che incoraggia albergatori e operatori locali, già provati a lungo dagli effetti della pandemia. Il turismo in Italia, però, rischia di vivere un incremento di costi.

Un emendamento alla Legge Finanziaria prevede infatti la possibilità di aumentare l'imposta di soggiorno fino a 10 euro al giorno nelle città che vivono flussi di turismo 20 volte superiori alla popolazione. La scelta resta però alle amministrazioni locali. Milano non è tra le città interessante, ma un aumento dei costi in altre località italiane (come ad esempio Venezia) potrebbe incidere anche sui flussi in arrivo a Milano.

Non solo, è previsto che nel 2023 aumentino anche le imposte sul trasporto aereo. Una dinamica che potrebbe condizionare il traffico aereo in arrivo negli aeroporti lombardi. Per comprendere dinamiche, rischi e opportunità delle politiche pubbliche nel settore del turismo, Il Giorno ha intervistato Andrea Giuricin, economista dei trasporti presso l'Università degli Studi di Milano Bicocca e CEO di TRA Consulting.  Prof. Giuricin, quali misure legate a costi e tasse rischiano di danneggiare il turismo in Italia? La possibilità di aumentare le tasse di soggiorno turistico e le addizionali comunali per il trasporto aereo potrebbero avere un impatto negativo sia direttamente per il turismo che anche per il trasporto aereo. In particolare, questi aumenti potrebbero portare a delle tasse di soggiorno pari a 280 euro a settimana a famiglia (di quattro persone) e le addizionali comunali potrebbero addirittura incidere per oltre il 20% il prezzo del biglietto medio di una low cost.

Qual è lo stato dell’arte del trasporto aereo verso l’Italia dopo la débacle di ITA? Il trasporto aereo ha sofferto molto per due motivi. Primo l’arrivo del Covid19 che ha portato ad un’enorme riduzione della domanda e successivamente la guerra in Ucraina che ha portato un forte aumento di costi nel settore (in primo luogo il prezzo del carburante). Prima di questa tempesta perfetta, nonostante i problemi di Alitalia, il settore aereo italiano era andato molto bene con una forte crescita del numero di passeggeri tra il 1997 e il 2019, passati da 53 a 161 milioni di passeggeri. Il 2022 si dovrebbe essere chiuso con una diminuzione del traffico del 16% rispetto al 2019 e in questo “clima” è nata la nuova ITA airways controllata dallo stato. Ita è ora un vettore relativamente piccolo che ha una quota di mercato inferiore all’8% del mercato italiano.

Le low-cost sono ancora interessate al Paese? Le low cost hanno sviluppato gran parte del mercato aereo in Italia, specialmente quello a corto e medio raggio. Il mercato italiano è molto attrattivo e le principali low cost operano in Italia con successo. E’ chiaro che operatori come Ryanair, che ha ormai il 40% della quota di mercato, è un vettore rilevante per la connettività del paese. In tutto questo c’è da sottolineare l’importanza degli aeroporti, che durante l’estate del 2022, quando molti aeroporti europei sono andati in forte difficoltà, hanno agito molto bene.

L’Italia arranca dopo Spagna e Grecia (pro capite) rispetto alle metriche del turismo. Impattano anche i trasporti? Sicuramente il settore dei trasporti è chiave per il turismo, ma vi sono altre problematiche nel settore del turismo italiano. Aumentare la “tassazione” non è sicuramente la giusta direzione da intraprendere per le diverse città italiane che anzi rendono meno competitivo il nostro paese. L’Italia ha visto una buona connessione aerea negli ultimi anni ed evidentemente la minore attrattività per il turista straniero dell’Italia non dipende dalla connettività.

Milano ha avuto ingressi turistici record (superando il 2019). Potrebbe essere danneggiata da tassa di soggiorno e costi aerei? Se Milano deciderà di incrementare la tassa di soggiorno e l’addizionale chiaramente ci sarà un impatto negativo per il turismo nella città. Il Governo ha dato la possibilità di aumentare questa tassazione, anche perché dopo il Covid-19 molti Comuni hanno visto delle difficoltà finanziarie (per lo stesso motivo è aumentato il prezzo singolo del biglietto ATM). Che futuro si prospetta per il trasporto aereo da e per Milano? Gli aeroporti di Milano, Malpensa e Linate e anche Bergamo Orio al Serio sono estremamente importanti per lo sviluppo non solo del turismo, ma di tutta l’economia della Regione (e del Nord Italia). Questi aeroporti sono molto attrattivi e hanno visto una forte crescita negli ultimi anni (prima dell’arrivo del Covid19). L’area milanese è molto forte economicamente e questo potrà essere un driver importante di sviluppo per il trasporto aereo. Tuttavia bisogna fare attenzione a non aumentare la tassazione altrimenti non solo il trasporto aereo perde di competitività, ma tutta l’economia.