
Da sinistra: Giuseppe Bovo (Brand Manager Titici), Alberto e Matteo Pedrazzani (Product Ma
Asola (Mantova), 23 gennaio 2022 - Come fa un apprendista meccanico a diventare mago delle bici da cross e a conquistare mezza Europa coi suoi prodotti d’eccellenza? La risposta la sa Alberto Pedrazzani, 85 anni, da Asola, fondatore di un marchio, Titici, che dal 1961, si è guadagnato un posto d’onore tra gli amanti delle due ruote. Per lui non hanno messo la faccia grandi campioni. Ma, non per questo, la sua avventura che è arrivata a coronare i 60 anni col ciclismo sportivo, è meno intrigante. Il giovane Alberto negli anni del Dopoguerra e dell’imminente boom economico lavora come apprendista in un’officina di Castelnuovo d’Asola, nella provincia mantovana che confina con Brescia e che con i ‘vicini’ condivide la vocazione per la meccanica. La sua svolta arriva all’’inizio degli anni Sessanta, quando viene a sapere che un’azienda di Corsico, la F.lli Carri, ha bisogno di saldare manubri per tricicli. Lui va alla Fiera di Milano, incontra i titolari e ottiene la commessa. Presto da manubri si pasa ai telai interi. E il gioco è fatto, perché i telai, sempre più evoluti e tecnologicamente all’avanguardia, diventeranno il cavallo di battaglia della Titici. Nel 1964 il meccanico asolano, nel suo capanone, mette a punto una nuova saldatura elettrica, e intanto studia i concorrenti alla ricerca a del modo per superarli: "In quel periodo – racconta oggi – avevo in testa un solo pensiero, come mantenere i miei cinque figli". Per farlo nel tempo trova altri partner industriali: la Quadriga che fa bici per bambini e, a cavallo degli anni Ottatanta- Novanta, la F.lli Masciaghi di Cavenago, con la quale produrrà le prime mountain bike. La famiglia è fondamentale nell’avventura imprenditoriale di Pedrazzani: cinque figli (Giovanni, Davide, Damiano, Maria Grazia e Matteo), che danno tutti un contributo all’azienda. Oggi è l’ultimogenito, Matteo, 47 anni, che col padre la guida verso nuove conquiste tecnologiche. L’ azienda in questi anni ha cambiato nome: prima Tecno Telai Ciclo, abbreviato nel ‘95 in Titici. La produzione raggiunge il milione di telai l’anno e il marchio di Asola rivaleggia con i grandi produttori europei, un boom legato alla forte richiesta di bici BMX da cross e delle mountain bike, un segmento nel quale il brand è tra i più ambiti tra gli appassionati. Il fondatore agli albori delle mountain bike inventò le sospensioni a balestra, ispirandosi a quelle dei carri agricoli. Un’innovazione assoluta per l’epoca. La balestra migliorava il comfort del ciclista, e lo stesso criterio ha guidato oggi Matteo a creare il telaio con tubo piatto (otto millimetri nella parte più sottile) con la quale l’assetto migliora e aumenta la comodità di chi pedala. Ed è questo il territorio nel quale dagli anni Duemila Titici si addentra: cessata la grande produzione in serie l’azienda si dedica a telai in carbonio artigianali puro made in Italy, fatti “sartorialmente”. Lo sguardo verso il futuro è una costante: dalle officine asolane nel 2007 esce la FieltyNine, una MTB dalle caratteristiche uniche sul mercato. L’azienda l’anno scorso ha sfornato 500 telai al carbonio.Il costo di ogni pezzo varia dai 4 ai 6mila euro. Ma le prospettive dell’azienda sono in crescita anche numerica , assciura Matteto Pedrazzani. Dal 2017 il marchio è entrato in Trerè Innovation, gruppo asolano specializzato nell’abbigliamento sportivo che ha diramazioni in tutto il mondo.