Milano, 29 novembre 2021 - Un lavoro nero diffuso che l’ultima sanatoria non è riuscita a mitigare, creando sacche di “grigio“ e irregolarità. Agenzie spuntate sull’onda del boom di richieste di assistenza domiciliare agli anziani, in una giungla dove convivono società affidabili e realtà improvvisate. Per le famiglie lombarde che hanno bisogno di assistenza per anziani o disabili il percorso è disseminato di trappole e di spese. Un costo medio per famiglia di circa 17mila euro lordi l’anno, in un settore che complessivamente genera solo in Lombardia un giro d’affari di 3,1 miliardi di euro l’anno. In regione, secondo i dati della Fnp-Cisl, operano quasi 182mila badanti, un esercito di donne provenienti principalmente dall’Est Europa, dal Sudamerica o dalle Filippine. Quelle regolarmente assunte sono 72.759, circa il 40% del totale. Le lavoratrici irregolari sono circa 109.138. E la sanatoria del 2020, dedicata a colf, badanti e braccianti, ha un impatto limitato nell’emersione del lavoro nero, anche per lentezza nell’esame delle domande, continui intoppi burocratici e ostacoli generati dalla pandemia. Finora, secondo le stime, sul totale delle pratiche presentate fra giugno e agosto 2020 solo un quarto sono arrivate alla fine dell’iter.
"Si sta rivelando la peggiore sanatoria – spiega Maurizio Bove, presidente dell’Anolf Milano e responsabile immigrazione Cisl –. Ha generato lavoro nero trasformandosi anche in uno strumento di ricatto. Ad esempio, se una famiglia non ha denunciato all’Inps il rapporto di lavoro può continuare a impiegare in nero la badante e far scattare il contratto quando viene convocata, magari denunciando un part time e pagando il resto fuori busta". Poi ci sono le assunzioni fittizie, solo allo scopo di far ottenere il permesso di soggiorno a chi svolge altre mansioni. In Lombardia sono state presentate 47.657 domande di emersione per colf e badanti, il 26,8% rispetto al totale nazionale. Solo in provincia di Milano 21.865 istanze. Oggi gli uffici sono arrivati a trattare le pratiche spedite fino al 2 luglio 2020. Restano ancora in un limbo quelle presentate dal 2 luglio al 15 agosto. Sul fronte delle agenzie, invece, si apre un capitolo a parte. I contagi dilagati nelle Rsa hanno portato molte famiglie a optare per l’assistenza domestica. E la crescita di richieste non si è fermata anche quando le case di riposo sono state messe in sicurezza. Il personale più qualificato è conteso e, quando può, si sposta in Paesi europei che offrono stipendi maggiori. Così si lascia spazio all’improvvisazione. A pagarne il prezzo sono gli anziani fragili e le loro famiglie.