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Caffè, il segreto del successo della cialda

Concepita per i bar, ha conquistato gli uffici e ora si impone anche nelle case

Caffè in cialda

Caffè in cialda

Il caffè monodose ha rivoluzionato il mondo, esprimendo una moda che ha lasciato il segno nel rito della pausa caffè: non era facile sdoganare l’espresso, superando i confini dei tradizionali luoghi di consumo, eppure la monodose ha rappresentato, sin da subito, un'alternativa alla tradizionale moka. Una rivoluzione, quella del caffè monodose, paragonabile solo all'introduzione negli anni ’70 della bustina-filtro del tè, novità che allora sconvolse il mercato e la modalità di consumo della più raffinata delle bevande.

L'idea di comprimere il caffè macinato tra due veli di carta filtro mutò la concezione stessa del caffè. Inizialmente concepita per i bar, la cialda si preparò negli anni '80 a conquistare presto gli uffici, lanciando la moda della pausa caffè, fino a dominare poi oggi la routine quotidiana del focolare domestico. Infatti, le cialde con i loro 58 milioni di euro, rappresentano il 5% circa del mercato totale del caffè. Nel 2020 hanno quasi decuplicato il trend positivo, arrivando a sfiorare il 20% di crescita a maggio contro il +2,8% con cui avevano chiuso il 2019. (Sole24ore, IRI) Un trend in crescita coerente con la grande attenzione, d'altro canto, rivolta a imballaggi naturali e biodegradabili da parte del consumatore.

In questo aspetto la cialda non ha rivali infatti: la dose di caffè monoporzionato, nelle quali il caffè macinato è pressato ed è poi racchiuso all'interno di due veli di carta filtro, completamente compostabile, facilmente riciclabile, ideale per essere smaltita nell’umido. La carta-filtro assicura il minor impatto ambientale possibile, rispetto alle capsule, fatte di materiali plastici e d'alluminio che spesso finiscono nell’indifferenziato, quando invece andrebbero correttamente smaltite. Oltre alla genuinità e al profilo “naturale”, la carta filtro presenta altri innumerevoli vantaggi: uno su tutti riguarda l’estrazione dell’espresso, legata indissolubilmente alla qualità del caffè in tazza. L’estrazione rappresenta il metodo usato per estrarre il caffè dalle cialde: un flusso d’acqua a circa 90°C e a una pressione di circa 12 bar attraversa il macinato nella giusta granulometria e raggiunge la tazzina, trasformandosi nel nostro amato espresso napoletano.

Grazie alle sue caratteristiche fisiche, l’estrazione con le cialde è molto semplice, giacché l'acqua non deve attraversare materiali resistenti come plastica o alluminio, ma solo la carta-filtro: questo garantisce un caffè cremoso e corposo somigliante all’espresso del bar, senza bisogno di sistemi che emulsionano e gonfiano l’espresso, trasformando la crema in schiuma. Oltre alla qualità e alla sostenibilità già citate, le cialde risultano anche il metodo più economico per ottenere un buon caffè, infatti l'assenza di plastica e metallo permette di contenere i costi.