
Il valico tra Como e il Canton Ticino: in Svizzera il costo del lavoro è in costante aumento
Como – Brilla un po’ meno la stella del Canton Ticino dove l’economia è in frenata e i primi a rimetterci, in termini di posti di lavoro, sono i frontalieri. L’ultima azienda in ordine di tempo ad annunciare una “riorganizzazione della struttura produttiva” che porterà a “un programma di uscite che coinvolge circa 80 persone” è la Consitex SA di Mendrisio, che fa parte del gruppo Ermenegildo Zegna. Il gruppo ha deciso di riportare in Italia, nell’impianto di Oleggio, in provincia di Novara, il reparto taglio per il “continuo aumento del salario minimo all’interno del Canton Ticino e l’attuale cambio del Franco Svizzero”. In pratica produrre in Svizzera sta diventando troppo costoso e, almeno dal punto di vista della manodopera, l’Italia è diventata più conveniente.
Un’inversione di tendenza rispetto alla fuga degli ultimi anni che ha trasformato il Canton Ticino in uno dei poli produttivi della moda internazionale. Se il vantaggio dal punto di vista del costo del lavoro è messo in discussione, la convenienza fiscale e la distribuzione continuano a rimanere dei punti di forza, specie per le aziende del polo del lusso che commercializzando i loro prodotti in tutto il mondo sfruttano la non appartenenza all’Ue della Svizzera.
“Consitex continuerà a svolgere nell’area ticinese tutte le fasi di lavorazione dei propri prodotti ad alto valore aggiunto oggi realizzate – aggiunge l’azienda –. In particolare, l’impianto di Mendrisio continuerà a rivestire un ruolo importante per il servizio su misura, la prototipia e il campionario”. La riorganizzazione aziendale sarà accompagnata da un piano sociale, “ad alcune delle risorse interessate verrà offerta una ricollocazione a Oleggio accompagnata da un percorso di riqualificazione professionale”. In Canton Ticino continueranno a lavorare gli altri 700 dipendenti di Consitex, ma la preoccupazione è alta anche perché nelle ultime settimane chiusure e ristrutturazioni aziendali sono diventate sempre più frequenti.
Lo scorso 5 marzo ad esempio Bioggio Pharma Manufacture Sa ha annunciato la cessazione della produzione entro il prossimo 31 agosto, con il risultato che 83 frontalieri delle province di Como e Varese rimarranno disoccupati. Altri 80 tagli sono stati annunciati alla Vf, il colosso della moda con sede a Stabio che controlla marchi come Timberland, JanSport, Eastpak, Napapijri, The North Face, Vans e Dickies. Un aumento, quello del tasso di disoccupazione, già riscontrato nel corso del 2024.