ANDREA GIANNI
Economia

Castoldi e Galimberti, la rinascita: "Tutto nuovo. E via la moquette"

Elettronica, Stefano Caporicci rileva venti punti vendita a insegna Euronics: il rilancio è possibile

Stefano Caporicci presidente di Nova Spa socio del gruppo Euronics

Milano - Il restyling dei negozi di elettronica parte dal basso, dal pavimento, perché "il primo passo è stato togliere la vecchia moquette, creando un ambiente luminoso e pulito". La scommessa è su un modello di vendita "multicanale", che punta sulla crescita del commercio in presenza. L’imprenditore romano Stefano Caporicci, presidente della Nova spa, socio del gruppo Euronics, ha fatto shopping in Lombardia acquisendo all’asta 4 punti vendita della fallita Galimberti (fra cui quello in via Solari a Milano) e riassorbendo una cinquantina di dipendenti del gruppo brianzolo al capolinea dopo una storia che affonda le radici nell’Italia del boom economico. Strategia di espansione che ha visto Nova, forte di un giro d’affari di 225 milioni di euro nel 2020 e 700 dipendenti, assorbire anche la rete di un altro storico retailer lombardo in crisi, Castoldi spa, collezionando in tutto venti negozi in Lombardia marchio Euronics.

Caporicci, in che stato erano i negozi Galimberti? "Erano poco mantenuti, a partire dalle insegne. Abbiamo investito per riqualificare spazi e renderli moderni".

Il negozio fisico di elettronica resiste al boom dell’e-commerce? "I numeri ci dicono che nel 2021 c’è stata una lieve crescita, non un arretramento. Le persone sono stanche di stare a casa o davanti a un device, vogliono vedere il prodotto. Un grande sforzo è stato fatto anche nella formazione dei 50 ex dipendenti Galimberti riassorbiti, demotivati da anni di crisi".

Quali investimenti avete messo in campo per espandervi in Lombardia? "Ammontano a decine di milioni di euro, venti solo per il concordato Castoldi. Nella crisi Galimberti abbiamo offerto garanzie su 3 anni di stipendio. Nel 2022 apriremo due nuovi punti vendita, che si aggiungono a quelli a Citylife e Novate".

La crisi ha colpito duramente il commercio di elettrodomestici. "È un settore dove i fornitori sono sempre più forti e i margini ristretti. Il sistema dei bonus? È servito, ma il problema è la burocrazia".