LAURA LANA
Economia

Chip, un altro sciopero alla Siae: “Non pagate le tredicesime”

Resta l’allarme sul gigante dei semiconduttori: “Preoccupante calo della produzione”

Giorgio Pontarollo, sindacalista Fiom Cgil

Giorgio Pontarollo, sindacalista Fiom Cgil

Cologno Monzese (Milano) – In due settimane, dall’inizio dell’anno, i lavoratori del Gruppo Siae sciopereranno per la seconda volta. Se il 2025 doveva essere l’anno della riorganizzazione e del rilancio, dopo la lunga crisi del settore delle telecomunicazioni, gennaio non si è aperto nel migliore dei modi per i quasi 750 addetti dello storico polo di via Buonarroti. “La direzione aziendale aveva dichiarato al ministero delle Imprese e nelle call a tutti i dipendenti che sarebbero state rispettate le scadenze per i pagamenti”, spiegano le rappresentanze sindacali di Siae e della controllata SM Optics. Non è stato così e il rischio è che non saranno rispettate neanche le proroghe annunciate, come già accaduto nei mesi scorsi. La tredicesima mensilità dovrebbe essere bonificata entro il 20 gennaio e gli stipendi di dicembre nella settimana del 10 febbraio. “Per noi si tratta di un chiaro segnale: la società ha problemi di liquidità e non riesce a onorare neanche gli impegni presi davanti al ministero”, denunciano i lavoratori di Siae, ingegneri e operai altamente specializzati, che creano chip e ponti radio per le maggiori compagnie di telecomunicazioni.

A far incrociare le braccia, per l’intera giornata di domani, c’è anche “il preoccupante calo della produzione e un aumento della sospensione dal lavoro, per il contratto di solidarietà, di tutta l’area produttiva fino a tutto marzo – commenta Giorgio Pontarollo, Fiom Cgil –. Questo contraddice inequivocabilmente le dichiarazioni dell’azienda di ripresa economica e produttiva nel primo trimestre dell’anno”. Domani i dipendenti saranno in presidio davanti ai cancelli di via Buonarroti e sfileranno poi in corteo per le strade di Cologno Monzese. Nel pomeriggio ci sarà un nuovo flashmob, stavolta davanti alla sede di Assolombarda. Il nuovo tavolo regionale è convocato per il 22 gennaio: i sindacati chiederanno di anticiparlo vista la situazione di emergenza e le continue voci che danno ormai per “perso“ il reparto produttivo.

Dopo un anno restano ancora aperte tutte le questioni: dalla vendita della controllata SM, che avrebbe dovuto portare nuova liquidità, all’ingresso di Invitalia. “Il tempo scorre inesorabile, perché il 14 aprile scadranno gli ammortizzatori sociali”, ricordano i dipendenti. Che, nel frattempo, sono considerevolmente diminuiti. Chi ha potuto è scappato altrove. Erano 620 in Siae e sono rimasti in 550. E anche tra i 230 addetti di SM c’è chi è andato a bussare ad altre multinazionali del settore. “Da oltre un anno sentiamo parlare di un piano industriale, diventato ormai mitologico – ironizzano i dipendenti Siae –. Si chiedono soldi pubblici, senza investire nel personale, nell’impresa e nel lavoro di un settore che non è mai stato così strategico come in questo periodo”.