GIANLUCA BRAMBILLA
Economia

Comunità energetiche, quando la transizione ecologica conviene

Entro il 2030 ne nasceranno 3mila in Lombardia: "Aiutiamo l’ambiente e risparmiamo soldi in bolletta"

Emiliano Lottaroli, sindaco di Turano Lodigiano

Spesso la transizione ecologica viene raccontata come un processo necessario ma doloroso. Una trasformazione di cui abbiamo bisogno, ma che porterà con sé un prezzo da pagare. Ci sono esperimenti, però, che dimostrano che non dev’essere per forza così. È il caso delle comunità energetiche rinnovabili: un gruppo di cittadini che si uniscono, realizzano un impianto di produzione di energia elettrica – solitamente insieme a un’azienda – e condividono tutti insieme l’energia prodotta sul posto. 

Turano: il primo esperimento in Lombardia

Negli scorsi mesi, Turano Lodigiano - un comune di circa 1.500 abitanti - è diventato sede ufficiale di Solisca, la prima comunità energetica lombarda, realizzata insieme a Sorgenia. Il progetto è stato avviato a ottobre dello scorso anno, quando sul tetto della palestra della scuola e degli spogliatoi sono stati installati circa 150 pannelli fotovoltaici. Due impianti di potenza complessiva pari a 45kW, in grado di produrre circa 50mila kWh di energia rinnovabile ogni anno. Alla comunità energetica partecipano 23 famiglie del paese, nove edifici comunali e la parrocchia. Tutti riuniti nella libera associazione di persone Solisca.

"Da ottobre a oggi abbiamo emesso due tonnellate in meno di Co2 nell’atmosfera, che equivale ad aver piantato circa duecento alberi", esulta Emiliano Lottaroli, sindaco di Turano Lodigiano. Il suo paese è diventato il primo in Lombardia a ospitare una comunità energetica, ma il percorso verso la sostenibilità è soltanto all’inizio: "L’impianto attuale non ci permette di coinvolgere altre famiglie – precisa Lottaroli –. La nostra ambizione per il futuro, però, è arrivare a essere un comune a emissioni zero. Per riuscirci ci sarà bisogno di installare nuovi pannelli". 

Un vantaggio per l’ambiente, un risparmio per il portafoglio 

Quello ambientale, però, non è l’unico vantaggio delle comunità energetiche. Questo sistema, infatti, si è rivelato anche un’ottima soluzione al caro bollette, che proprio in questi mesi sta facendo sentire tutto il suo peso sui portafogli di famiglie e imprese. "Grazie all’autoconsumo dell’energia prodotta in loco, possiamo svincolarci dagli aumenti del costo dell’energia e risparmiare circa 2.000/2.500 euro all’anno – spiega il primo cittadino –. Potrà sembrare una cosa da poco, ma per un piccolo Comune come il nostro è meglio di niente. Con quella cifra potremo finanziare iniziative di carattere sociale o culturale". Al risparmio per le casse del Comune si aggiunge poi quello delle singole famiglie, che possono contare su un risparmio in bolletta di circa il 25%.

La produzione locale di energia elettrica ha poi un terzo vantaggio: quello sociale. La costituzione di una comunità energetica permette di creare una rete tra cittadini, imprese e pubblica amministrazione. Tutti insieme con l’obiettivo di produrre energia pulita. Un esempio concreto di partecipazione e cittadinanza attiva, in cui sono i singoli cittadini a decidere come investire i soldi risparmiati in bolletta. 

"Entro il 2030 ci saranno 3mila comunità energetiche" 

Il successo delle prime comunità energetiche in Europa ha catturato sempre più l’attenzione di aziende e amministratori locali. Proprio lo scorso anno, l’assessore regionale all’Ambiente Raffaele Cattaneo ha annunciato che da qui al 2030 verranno create oltre 3mila comunità energetiche in tutta la Lombardia. La produzione locale e l’autoconsumo di energia elettrica, però, non sono un’invenzione recente. Ci sono Comuni che hanno intrapreso già da tempo questo percorso. È il caso di Inzago, un piccolo Comune della Martesana. Qui nel 2012 è nato “Adotta un pannello”, un’iniziativa del Comune che ha coinvolto cinquanta famiglie nel finanziamento di un impianto fotovoltaico. Un totale di 429 pannelli allestiti sul tetto della scuola media e capaci di produrre 100mila kWh all’anno di energia elettrica.

"Il nostro modello si basava sul finanziamento pubblico tramite il Conto energia, una modalità che è terminata nel 2014 – spiega Stefano Garotta, tra i promotori del progetto –. Ora stiamo studiando la fattibilità di un approccio come il nostro per costituire ufficialmente una comunità energetica". Anche in questo caso l’autoconsumo di energia elettrica ha fatto da scudo sui rincari degli ultimi mesi: "Il nostro sistema ci permette di svincolarci dai fattori geopolitici e diventare più autosufficienti dal punto di vista energetico – sottolinea Garotta – Il caro bollette degli ultimi mesi qui non si è quasi sentito".