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Crisi Suez, Confartigianato: attenzione a conseguenze su economia. “La Lombardia è la regione più esposta”

La regione esporta merci per 12,9 miliardi di euro l'anno, il valore più alto d'Italia

Un lavoratore

Milano – È la Lombardia la regione più esposta d'Italia alle conseguenze sul commercio dell'allargamento al Mar Rosso della crisi in Medioriente. La regione esporta infatti via Suez e Mar Rosso merci per 12,9 miliardi di euro l'anno, il valore più alto d'Italia. A mettere in luce il dato è stata oggi Confartigianato, secondo cui la regione figura insieme a Friuli-Venezia Giulia, Toscana, Veneto e Piemonte tra quelle più esposte alla crisi di Suez.

"L'escalation della crisi in Medioriente – ha ricordato il presidente di Confartigianato Lombardia Eugenio Massetti – penalizza il sistema del made in Italy e l'approvvigionamento di prodotti essenziali per la trasformazione della nostra manifattura, aggravando la frenata del commercio internazionale”.

Tornando al quadro lombardo, si precisa che a livello provinciale la maggiore esposizione alla crisi, con l'export trasportato via mare attraverso il Canale di Suez in rapporto al valore aggiunto superiore o uguale al valore regionale (3,5%), si osserva per Monza e della Brianza (4,9%), Varese (4,8%), Lecco (4,2%), Bergamo (3,8%) e Milano (3,7%).

Per l'Italia si stima che il valore dell'import-export annuale che transita per il Canale di Suez proveniente dai paesi del Medio Oriente, dall'Asia, dall'Oceania e dai paesi del Sud-Est dell'Africa nel 2023 (ultimi dodici mesi a settembre) sia pari a 148,1 miliardi di euro, di cui 93,1 miliardi di importazioni e 55 miliardi di esportazioni, pari al 42,7% del commercio estero dell'Italia trasportato per mare e all'11,9% del commercio estero totale dell'Italia. Nel dettaglio si tratta del 15,2% delle importazioni totali e dell'8,7% delle esportazioni totali.

Nei primi dieci mesi del 2023 il volume del commercio internazionale è sceso del 2,2% su base annua, un segno negativo che da inizio secolo si è registrato solo nel 2020 con la pandemia e nel 2009 con la crisi innescata dai mutui subprime.