BARBARA CALDEROLA
Economia

Monza, ordini in caduta libera: Candy annuncia 113 esuberi

Sindacati sul piede di guerra. Coinvolti nei tagli operai e colletti bianchi

La ex Candy a Brugherio. Per la prima volta i tagli richiesti riguardano anche gli amministrativi

La ex Candy a Brugherio. Per la prima volta i tagli richiesti riguardano anche gli amministrativi

Monza, 30 luglio 2024 – Domanda in picchiata, produzione a singhiozzo: Ferragosto nero per i metalmeccanici brianzoli. “La parola d’ordine è esuberi – dice Pietro Occhiuto (nella foto), segretario generale della Fiom-Cgil provinciale –. I grandi colossi scricchiolano a cominciare da Candy, a Brugherio. Per la prima volta nella storia del marchio arriva la richiesta di tagliare 83 impiegati (su 900 colletti bianchi), che sommati ai 30 operai (su 270 addetti), fanno 113 persone. Inaccettabile. Veniamo chiamati solo a celebrare funerali e non a discutere di piani di rilancio”. La cura cinese non sembra dare i risultati attesi, dopo la cessione dei Fumagalli, famiglia del fondatore, ad Haier nel 2018. Nasce tutto “da una forte contrazione del mercato che investe il settore dell’elettrodomestico, eppure negli ultimi anni il gruppo asiatico ha assunto 400 persone in ufficio – ricorda il segretario –: vogliamo capire in che direzione andrà l’azienda. Le uscite saranno su base volontaria e con incentivi, ma la vertenza apre il problema delle prospettive. Ed è proprio su questo punto che vogliamo vederci chiaro, le continue sforbiciate al personale non suggeriscono certo una crescita”.

Al tavolo di confronto di nuovo a settembre

Il confronto “sarà a settembre, i manager dovranno chiarire quali sono le sorti di questa fabbrica”. La frenata del settore è così forte che Fim, Fiom e Uilm hanno chiesto un tavolo al Governo. Una situazione che «potrebbe avere ripercussioni anche sulla Electrolux, a Solaro”. “È facile prevedere che avremo un autunno caldo, di mobilitazione», anticipa Occhiuto. Emergenza anche per l’automotive, un comparto che sul territorio coinvolge 10mila addetti “fra piccoli e grandi nomi della componentistica”. “In tutti i campi paghiamo l’assenza di politiche industriali e sull’auto ancora di più per le incertezze che accompagnano la transizione all’elettrico, che non è governata”. Risultato: “Tantissime imprese hanno fatto ricorso alla cassa integrazione, altre stanno gestendo il calo ricorrendo alle ferie arretrate, ma non si potrà continuare così per molto tempo ancora”. Il comparto occupa un quarto delle 40mila tute blu brianzole, “non possiamo che essere preoccupati”. Timori anche sulla St, il gigante del chip, “ha fatto investimenti importanti solo su Catania, 5 milioni di cui 3 in arrivo dal Pnrr. Su Agrate, invece, dove sono al lavoro 5mila dipendenti, niente. Ci hanno annunciato un’informativa alla ripresa, ma nel frattempo chiederemo un tavolo alla Regione. Serve una schiarita sulle politiche industriali”.