Milano – La buona notizia è che l’occupazione femminile è finalmente in crescita, seppur resta ancora molta strada per recuperare il gap rispetto ai colleghi. Quella meno buona è che i contratti precari o part-time, che implicano quindi meno certezze e retribuzioni più basse, sono ancora a larga maggioranza per le donne. Sono diversi gli spunti che arrivano dalla lettura dell’ultimo osservatorio sul mercato del lavoro dell’Inps, che fotografa i primi sei mesi del 2024, e la pubblicazione di PoliS-Lombardia sul mercato del lavoro. Quest’ultimo dice che, nell’ultimo anno, il mercato del lavoro lombardo ha consolidato la ripresa post-pandemia registrata a partire dalla metà del 2021: l’occupazione continua a crescere (69,2% il tasso di occupazione 15-64 nel II trimestre 2024 rispetto al 68,8% dello stesso periodo 2023) se pur a ritmi meno sostenuti e si consolida la riduzione della disoccupazione (4,2% per le donne, 3,1% per gli uomini).
Tuttavia, mentre per le donne la diminuzione della disoccupazione è dovuta principalmente a un aumento dell’occupazione (62,2%, +0,5 p.p.), per gli uomini la riduzione è principalmente ascrivibile ad un arresto della partecipazione al mercato del lavoro con un tasso di attività che perde 0,4 p.p. e si attesta al 78,7% (vs 79,5% dei valori pre-crisi). Gli andamenti positivi registrati sono quindi attribuibili principalmente alla componente femminile del mercato del lavoro lombardo. Anche nel II trimestre 2024, la crescita occupazionale lombarda è trainata esclusivamente dai servizi, settore in cui sono impiegate in prevalenza le donne, il quale compensa il ridimensionamento dell’occupazione nella manifattura e nelle costruzioni.
Andando a vedere, però, la tipologia di contratti, emerge che quelli più precari e con retribuzioni inferiori (i part-time) vedono primeggiare le lavoratrici. Guardando i nuovi ingressi nel mondo del lavoro registrati dall’Osservatorio Inps, emerge che dei nuovi contratti del primo semestre 2024, di quelli a tempo indeterminato 109.547 hanno interessato uomini in tutta la Lombardia, 60.209 le donne; in quasi tutte le province, gli uomini che hanno avuto questo tipo di stabilizzazione sono il doppio delle donne. Nel Bresciano, il rapporto è anche peggiore, con 11.096 uomini a tempo indeterminato rispetto alle 5.345 donne (meno della metà); stesso dicasi per Bergamo (11.042 gli uomini, 4.970 le donne); a Sondrio solo 558 i contratti indeterminati per le donne rispetto ai 1.382 degli uomini; a Como sono 2.886 rispetto ai 4.638 dei colleghi uomini; a Lecco 1.185 contro i 2.417 per i lavoratori. Indicativo anche il dato del part-time, che resta a maggioranza femminile.