E.C.
Economia

Stop al gas russo: la Lombardia rischia più del resto d'Italia. Ecco perché

Le cifre di consumi e importazioni rivelano uno scenario di forte dipendenza dalle forniture estere

Lombardia "energivora" e più dipendente dalle importazioni da oltre confine rispetto alla media delle regioni italiane. Secondo i dati forniti all'Agi dall'assessorato lombardo all'Ambiente, infatti, la quota di energia in arrivo da fonti estere è dell'85%, mentre per quanto riguarda l'Italia è del 77%. Ed è soprattutto l'esposizione sul gas che è molto sbilanciata: il 54% del fabbisogno regionale, rispetto al 40% a livello nazionale.

"La maggiore dipendenza dal gas - dichiara all'Agi l'assessore lombardo all'Ambiente e Clima, Raffaele Cattaneo - è legata a due fattori: innanzitutto abbiamo già metanizzato tutte le centrali termoelettriche, che non vanno più a carbone e quindi inquinano meno; la seconda ragione è che abbiamo 'metanizzato' il territorio regionale e quindi aumentato il consumo di gas sia per usi civili sia industriali".

Questo, chiosa l'esponente della giunta Fontana, "potenzialmente crea al momento una situazione di maggiore debolezza: se si bloccano i rubinetti dalla Russia, in Lombardia sono a rischio circa 6,5 miliardi di metri cubi di gas sul totale di 16,3 miliardi del nostro fabbisogno".

Spinta all'autonomia...energetica

Da qui la condivisione alle scelte governative di cercare l'autonomia o comunque una maggiore indipendenza dall'estero sul fronte dell'approvvigionamento energetico, soprattutto con l'ipotesi sullo sfondo di bloccare le forniture di gas dalla Russia, dopo l'invasione dell'Ucraina. "Dobbiamo spingere verso una maggiore autonomia energetica, che in Lombardia vuol dire innanzitutto investire sulle fonti rinnovabili", prosegue Cattaneo. Un'operazione che "serve per ragioni ambientali e serve anche per ragioni geopolitiche, per ridurre la dipendenza dall'estero. Questa è la politica su cui vogliamo investire di più, ovviamente con un equilibrio necessario nel mix energetico".

Italia e Lombardia a confronto

In Italia, nel 2020, la domanda primaria di energia (prodotti energetici estratti o ricavati direttamente da risorse naturali), è stata pari a 143,5 Mtep, di cui circa i tre quarti sono oggetto di importazione. La domanda di gas naturale è stata pari a 71,3 miliardi di metri cubi, di cui il 40% di importazione russa (pari a circa 28,5 miliardi di mc). In totale la domanda primaria di gas copriva il 40% del fabbisogno, il petrolio il 33% e le rinnovabili il 20%.

In Lombardia, invece, la domanda primaria di gas naturale era pari al 54% del fabbisogno totale regionale (pari a 24,5 Mtep), superiore al livello medio nazionale. Seguivano il petrolio al 21% e le rinnovabili al 15%. Gli ambiti di utilizzo del gas naturale in Lombardia, la cui domanda primaria è stata pari a 16,3 miliardi di metri cubi (pari a circa il 23% del valore nazionale), riguardano: per 8,2 miliardi di mc (50,4%) la rete di distribuzione (utenze civili e piccola industria); per 5,6 miliardi (34,3%) l'industria (grandi utenze industriali e impianti di produzione energetica industriali per autoconsumo; per 2,5 miliardi (15,3%) il termoelettrico (parco impiantistico di produzione energia elettrica).