Milano – Famiglie con minori più esposte al rischio di povertà, soprattutto quando vivono in affitto. Definire con esattezza le dinamiche che portano a questa correlazione è complesso: probabilmente ad una situazione di partenza già di fragilità, che non consente di accedere ad una casa di proprietà, si aggiunge anche il peso economico dell’affitto, che si somma alle spese per i figli.
Fatto sta che incrociando i dati Istat sulla condizione di povertà e quelli relativi alle abitazioni in affitto (elaborati comune per comune da Openpolis – con I Bambini) emerge che per la Lombardia sono circa 222mila i nuclei esposti o già in una situazione di povertà sugli oltre 791mila che vivono in una casa in affitto, con ripartizioni territoriali legate alla maggiore popolosità. Milano, Brescia e Bergamo sono ai primi posti per quanto riguarda i valori assoluti, ma in rapporto alla popolazione, la quota maggiore di fragilità vede Milano sempre in testa, seguita da Brescia ex aequo con Pavia, seguita da Cremona, Mantova, e Varese.
L’indagine di Openpolis sottolinea come la relazione esistente tra titolo di godimento dell’abitazione e livelli di indigenza indica chiaramente come la questione della casa rappresenti un elemento chiave per la condizione delle famiglie, specialmente in presenza di figli. I dati dicono, infatti, che tra le famiglie con figli piccoli la quota di povertà assoluta è del 28,2% tra chi vive in affitto, del 6,4% quando la casa è di proprietà. Una tendenza su cui i prezzi degli affitti hanno un ruolo rilevante, soprattutto per l’incidenza sulla spesa mensile complessiva.
In Lombardia, come nelle altre regioni del Nord, per le famiglie che non sono in povertà l’affitto costituisce il 21,7% delle spese, tra quelle povere arriva al 37,4% (35,8% la media nazionale). A vivere in affitto sono soprattutto le nuove famiglie, a partire da quelle più giovani e con figli. Se non ci sono minori, il 19,1% dei nuclei vive in locazione. In presenza di almeno un figlio la quota sale al 24,8%. Con almeno 3 figli supera addirittura un terzo del totale (33,7%).
Guardando, invece, alla geografia della distribuzione delle case in affitto, che sono indice di una maggiore vulnerabilità socioeconomica, emerge come siano soprattutto le città capoluogo e quelle che l’Istat definisce polo, attrattive perché baricentriche in termini di servizi. La media nazionale è del 22%, ma in Lombardia quasi tutti i capoluoghi superano questo valore. A Bergamo, le abitazioni in affitto rappresentano il 26,25% del totale delle case occupate, a Brescia il 27,7%, a Como il 25,35%, a Sondrio il 24,5%, a Varese il 26,8%, a Milano il 25,4%, a Pavia il 27%; a Cremona il 29,41% la percentuale più elevata insieme a Mantova (29,8%). Sono sotto la media nazionale solo Lecco (21%), Lodi (18,8%), Monza (20,5%). Man mano che ci si allontana dai poli, scende anche la percentuale di case in affitto.