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Great resignation, mezzo milione di lombardi nel 2022 ha dato le dimissioni. I perché della fuga dal lavoro

Ricerca della Cisl: il 40% non ha in tasca un nuovo contratto. Una scelta motivata sempre meno da ragioni economiche o possibilità di carriera. Il peso di stress e ambiente ansiogeno

Stress da lavoro

Milano, 6 ottobre 2023 - Great resignation ovvero lasciare volontariamente  il proprio lavoro per le ragioni più disparate: in Lombardia, si sono registrate 420.000 dimissioni nel 2021 che sono diventate 566.000 nel 2022, circa il 12% dei lavoratori occupati. Un fenomeno in crescita, soprattutto dopo il Covid, e una scelta che non comporta nel 40 per cento dei casi avere già in tasca un nuovo contratto di lavoro e spesso non motivata da ragioni economiche ma dal bisogno di conciliare di più professione e vita privata e di evitare eccessivi carichi di stress procurato da un ambiente ansiogeno.

La ricerca

Sono alcuni dei dati presentati questa mattina a Milano, da Cisl Lombardia relativi alla ricerca "Dentro l'epoca della Great resignation - I nuovi fattori di attrattività del lavoro nella società che cambia" realizzata da Bibliolavoro e Sindacare - Ufficio Vertenze Lombardia.

Il fenomeno grandi dimissioni

Numerose persone stanno cambiando lavoro, per cause economiche e sociali, certo, ma c'è qualcosa di più che li spinge a cercare nuove occupazioni – ha spiegato Ugo Duci, segretario generale Cisl Lombardia -. Ci sono ragioni che abbiamo pensato valesse la pena indagare. Abbiamo quindi pensato di chiedere il perché della scelta di lasciare volontariamente il lavoro a chi si è rivolto agli sportelli Cisl per le pratiche più burocratiche. Il fenomeno è diventato talmente significativo da essere chiamato "delle Grandi dimissioni".

Le dimissioni in Lombardia

Secondo Enzo Mesagna, segretario generale Cisl Lombardia. "In Italia ci sono state quasi 2 milioni di dimissioni nel 2021, oltre 2,2 milioni nel 2022 con un aumento di oltre il 35% rispetto al 2019, ben 474.000 dimissioni in più, un incremento importante; per quanto riguarda la Lombardia, si sono registrate 420.000 dimissioni nel 2021 che diventano 566.000 nel 2022, circa il 12% dei lavoratori occupati, numeri che rappresentano un campanello d'allarme”.

Perché si lascia il lavoro?

Ad illustrare i dati della ricerca, il direttore di Bibliolavoro, Francesco Girolimetto. "La ricerca che ha coinvolto oltre 2.000 lavoratori e lavoratrici in Lombardia che hanno rassegnato le proprie dimissioni volontarie ha messo in luce come stiano cambiando i fattori che rendono un lavoro attrattivo e soddisfacente in particolare tra giovani e meno giovani. Non sono più fattori oggettivi come la retribuzione a rendere un lavoro soddisfacente, ma ci sono fattori più soft di carattere più sociale e psicologico come lo l'evitare un eccessivo carico di stress lavoro-correlato o l'accesso a misure di conciliazione tra vita lavoro e vita personale. I settori più interessati sono il terziario, il commercio e le attività di ristorazione proprio dove è difficile sperimentare la conciliazione e dove i fattori di stress sono più evidenti. Altro dato interessante: 6 lavoratori su 10 avevano già un'alternativa quando hanno deciso di dimettersi, ma il 40% ha fatto un salto nel vuoto non avendo ancora una prospettiva".

La versione di Assolombarda

Un’analisi sulla Great resignation non proprio concordante con quella sindacale viene dal presidente di Assolombarda Alessandro Spada: "Il dato delle grandi dimissioni è un dato che poi va letto. Perché ci possono essere tante opportunità, ci sono persone che vanno da un'attività all'altra. Il fenomeno legato alla disoccupazione è sempre molto basso nel nostro territorio".