FABIO LOMBARDI
Economia

Il 31 marzo scade il blocco dei licenziamenti: cosa accadrà ai lavoratori

C'è il rischio di migliaia di disoccupati. Il Governo lavora a provvedimenti "tampone"

Il settore turismo è fra i più colpiti dalla crisi

Milano, 21 gennaio 2021 - Il 31 marzo le imprese potranno tornare a licenziare. Il blocco imposto dal Governo a partire dal primo lockdown, e più volte prorogato con la prosecuzione della pandemia, sarà tolto. Si valuta che l'impatto potrebbe essere devastante per l'occupazione con centinaia di migliaia di posti di lavoro persi. Dal 1 aprile le aziende potranno infatti tornare a licenziare. Molte sono infatti le aziende che hanno chiuso o ridotto la produzione e che a quel punto potranno "adeguare gli organici alle necessità produttive".

Molte persone potrebbero trovarsi senza lavoro, anche se il Governo sta studiando alcuni provvedimenti per contenere l'impatto della "riapertura" ai licenziamenti. In primis una sorta di nuovo salvagente per i lavoratori dei settori maggiormente colpiti dalla crisi. Una possibilità di licenziare, ma non per tutte le imprese. Quali saranno i settori interessati dal salvagente? Difficile dirlo ora. Dipenderà dalle valutazioni che faranno i ministri nei prossimi giorni. I dati accertano che i settori più colpiti dalla crisi generata dalla pandemia di Covid-19 sono sicuramente stati quello del turismo, viaggi e trasporti. Ma non solo.

Per "tamponare" la possibile emorragia occupazionale ci potrebbe però essere sono allo studio altri provvedimenti come la proroga della cassa integrazione covid. Un provvedimento che potrebbe convincere diversi datori di lavoro a "congelare" ulteriormente i licenziamenti nella speranza che un auspicabile calo dei contagi (anche grazie alle vaccinazioni) possa portare a una ripresa dell'economia evitando così, più in là nel tempo, i licenziamenti. 

Si pensa ad esempio ad altre 26 settimane di Cig Covid da utilizzare di qui a fine anno. "Ci stiamo lavorando", ha detto il ministro del Lavoro Nunzia Catalfo, spiegando che la proroga dovrebbe interessare la cassa Covid ordinaria e in deroga, abbinata allo gravio contributivo al 100% alternativo all'utilizzo della cassa per chi riporta i lavoratori in azienda.