
Gli operai della Innse sulla gru per protesta
Milano, 26 gennaio 2022 - «Questo significa rilanciare l’azienda? Con meno della metà dei lavoratori che c’erano in partenza e trasferte in altri siti? Le promesse non sono state mantenute". Non usa mezzi termini Massimo Merlo, tra gli operai della ex Innse che nell’estate del 2009 si arrampicarono su una gru, restandoci per 8 giorni mentre i colleghi manifestavano a terra, finché l’officina metalmeccanica di via Rubattino passò alla cordata guidata dal gruppo bresciano Camozzi dopo una lunga trattativa con il vecchio proprietario Silvano Genta.
Prezzo della compravendita: 4 milioni di euro. "Era stata garantita la riassunzione dei 49 lavoratori, prospettato un ampliamento dei dipendenti, assicurato che i macchinari sarebbero rimasti. Fu un trionfo. Il sacrificio, nostro e di tutti i colleghi, allora servì. Ora, purtroppo, non vedo un futuro. Io sono in pensione da 3 anni: nel 2017 sono stato licenziato, e mi mancava un anno. Con altri 3 colleghi nella mia situazione e il sostegno di tutti gli altri abbiamo organizzato un presidio, per un anno, dalle 7 alle 14. Alla fine abbiamo ottenuto in Tribunale il pagamento degli stipendi e siamo andati in pensione".
Ora è di nuovo braccio di ferro con la proprietà e gli animi dei lavoratori si scaldano di nuovo: "Ad oggi - denuncia la Fiom Cgil - i dipendenti sono poco più di 20: è questo lo sviluppo occupazionale previsto? Dopo 2 anni di cassaintegrazione continua, l’azienda ha deciso di trasferire a Brescia alcuni sindacalisti ed ex sindacalisti per un anno di formazione finalizzato a lavorare su una nuova macchina. Nemmeno fossimo alla Nasa. La Fiom Cgil ritiene assolutamente ingiustificato un periodo così lungo di formazione, in trasferta, che diventa quindi un pretesto per allontanare da Milano operai considerati ‘scomodi’. Licenziamenti mascherati". Quindi il sindacato, "oltre a intraprendere un percorso di tutela legale, proclama uno sciopero a oltranza dal 31 gennaio. E chiediamo a Prefettura e Comune di convocare un tavolo".
Il Gruppo Camozzi replica: "Le dichiarazioni della Fiom Cgil di Milano ci lasciano sconcertati. Il Gruppo ha sviluppato in via Rubattino un Centro di ricerca e di manifattura avanzata fra i più innovativi in Europa. Sono in via di sviluppo laboratori di ricerca congiunti sull’automazione digitale e robotica con l’Istituto italiano di Tecnologia e con il Politecnico di Milano. Ma sono installate anche attività di manifattura avanzata, tra cui la più grande stampante in 3D al mondo". Quanto ai lavoratori, "i progetti di formazione sono stati concordati con la Rsu per poter andare in pensioneaziendale e sono parte di un’intesa, firmata lo scorso 7 ottobre, ed è una trasferta temporanea".