Milano, 25 novembre 2021 - Il Governo ha scelto. Abbasserà da 5 a 4 gli scaglioni dell'Irpef e ridurrà alcune aliquote. Secondo l'intesa raggiunta oggi al Mef (Ministero dell'economia e delle finanze) fra gli esponenti del Governo e i responsabili economici dei partiti in Parlamento, saranno quattro e non più cinque le aliquote Irpef. Ma cosa cambierà in pratica per le tasche degli italiani?
- Cos'è l'Irpef
- Chi deve pagare l'Irpef
- Le nuove aliquote
- Le vecchie aliquote
- Chi ci guadagna
- No tax area autonomi e dipendenti
- La simulazione in busta paga
- I cambiamenti
- Le detrazioni
- Che fine farà il bonus Renzi?
Cos'è l'Irpef
L'Irpef (Imposta sul reddito delle persone fisiche) è un'imposta progressiva: vuol dire che la quota percentuale di reddito assorbita dall'imposta aumenta in proporzione al reddito stesso. Questo risultato è ottenuto con l'applicazione di aliquote crescenti sui diversi scaglioni di reddito ed inoltre di deduzioni dal reddito e detrazioni d'imposta.
Chi deve pagare l'Irpef
L'Irpef è dovuta da tutti coloro che hanno un reddito, sia come lavoratore dipendente, sia come autonomo, nonché soci di impresa, sono tenuti a pagare questa imposta. La cosa importante, che rende soggetti al suo pagamento, è essere residenti o aver conseguito il reddito in Italia
Le nuove aliquote
Fino a 15mila euro resta lo scaglione al 23%; da 15 a 28 mila euro l'aliquota sarà al 25%. Quindi i redditi da 28 a 50 mila euro avranno come riferimento una percentuale al 35% mentre oltre i 50 mila euro scatterà la trattenuta al 43%.
Le vecchie aliquote
Per i contribuenti con reddito compreso tra 0 e 15 mila euro l'aliquota Irpef era pari al 23%. Per i Contribuenti con reddito tra 15.001 e 28 mila euro l’aliquota Irpef prevista per i contribuenti era del 27%. Per persone con redditi compresi tra 28.001 e 55 mila euro. L’aliquota era pari al 38%. Per i contribuenti con reddito da 55.001 a 75 mila euro, l'aliquota da corrispondere sulla parte eccedente la quota di 55 mila euro era pari al 41%. Infine per i contribuenti con reddito oltre i 75 mila euro, per i quali l’aliquota Irpef applicata è del 43%.
Chi ci guadagna?
Chi ci guadagna dal taglio dell'Irpef concordato al tavolo del Tesoro tra il ministro Daniele Franco e i partiti? Sicuramente i contribuenti con stipendi medio-alti. Chi invece ha un reddito fino a 15 mila euro non sembra essere toccato dalla riforma, visto che il primo scaglione resta al 23%.
No tax area autonomi e dipendenti
Qualche centinaia di euro in più saranno a disposizione delle fasce basse visto che la No tax area degli autonomi potrebbe salire, a quanto si apprende, da 4 mila a 5.500 euro mentre quella dei pensionati da 8.130 a 8.500 euro. Destinata a rimanere invariata la No tax area dei dipendenti a 8.145 euro.
La simulazione in busta paga
L'ex vice ministro delle Finanze del governo Renzi, Enrico Zanetti, e commercialista di professione, prevede che il passaggio a 4 aliquote "determinerà un risparmio massimo di 920 euro ai contribuenti con reddito imponibile lordo di 50 mila euro". Sotto quella soglia di reddito, spiega Zanetti, "i risparmi saranno inferiori e crescenti; sopra saranno inferiori e decrescenti fino a stabilizzarsi a 270 euro a partire da 75 mila euro di reddito imponibile lordo in poi".
I cambiamenti
Secondo l'accordo politico trovato al Mef la fascia di reddito fino a 15 mila resta al 23%, quella tra 15 e 28 mila va dal 27% al 25%, quella 28-50 mila passa dal 38% al 35%, mentre oltre i 50 mila scatta il 43%. Come si spiega che la prima fascia non si sposti dal 23%? Forse perchè un intervento su quello scaglione si andrebbe a spalmare su 30 milioni di contribuenti e come hanno calcolato i commercialisti all'epoga del governo gialloverde produrrebbe un beneficio di soli 12 euro al mese. Oltre che essere una misura molto onerosa per lo Stato.
Le detrazioni
Stimare il risparmio per i contribuenti derivante dal taglio delle aliquote Irpef deciso da governo e maggioranza è oggi esercizio quasi impossibile. Il nodo da sciogliere, infatti, che il Mef non ha ancora messo sul tavolo riguarda il riordino delle detrazioni.
Che fine farà il Bonus Renzi?
Materia che interessa anche il bonus introdotto da Renzi e poi ampliato a 100 euro mensili, destinato a essere riassorbito nel nuovo sistema. Per dare un esempio del peso delle detrazioni basta leggere un paper di alcuni economisti de lavoce.info, tra i quali Massimo Baldini e Silvia Giannini, che scrivono: "Per quanto riguarda l'equità, le aliquote determinano solamente il 40% dell'effetto redistributivo; il rimanente 60% è spiegato dalle detrazioni per lavoro e famiglia". E in un altro studio più recente, firmato da Luisa Loiacono, Leonzio Rizzo E Riccardo Secomandi, si stima che "l'azzeramento di tutte le detrazioni per tipologia di reddito comporterebbe un aumento del gettito di imposta di circa 36 miliardi di euro. La sostituzione del bonus Irpef implicherebbe invece un risparmio per le casse erariali di circa 16 miliardi di euro. In totale si libererebbero quindi 52 miliardi". Le detrazioni sono uno dei pilastri del sistema fiscale e, nell'intenzione del governo, la loro revisione dovrebbe servire a garantire una progressività più morbida degli scaglioni. Il loro disegno sarà determinante nell'orientare il carico fiscale sui contribuenti.