
IL DRONE SI ALZA IN VOLO dalla sua base e sorvola il territorio per mappare un giacimento petrolifero, per misurare la quantità di materiale estratto da una miniera, per analizzare l’aria attorno a uno stabilimento chimico e scoprire eventuali perdite. Non è un giocattolo, ma un sofisticato prodotto industriale, pensato per risolvere con eleganza alcuni problemi fondamentali dell’industria mineraria, chimica e petrolifera, che infatti l’hanno subito adottato. Airobotics è ancora una startup, fondata nel 2015 da Ran Krauss nei sobborghi di Tel Aviv, ma ha già 150 dipendenti, ha in corso decine di ordini e ha raccolto 125 milioni di finanziamenti da nove diversi investitori.
La differenza rispetto ai suoi competitor internazionali sta nella base, un grande scatolone di metallo che si apre e si chiude dialogando direttamente con il suo prezioso contenuto, dove il drone alloggia quando non vola e dove può ritornare ogni ora durante le sue missioni, per cambiare la batteria grazie a un sistema intelligente, che gli consente di prolungare la sua autonomia quasi all’infinito. Intelligenza artificiale, sensori, ottica e batterie sempre più leggere rendono la nuova generazione di droni pronta per l’uso nell’industria e in agricoltura, dove stanno mettendo in moto una vera e propria rivoluzione digitale. Guardian Agriculture, un’altra startup alla guida di questa rivoluzione, sta tentando di risolvere uno dei problemi fondamentali dell’agricoltura americana: l’applicazione aerea dei fertilizzanti, un’attività molto dispendiosa e poco precisa, ancora affidata a velivoli leggeri che sembrano usciti da Intrigo internazionale di Hitchcock, un film degli anni Cinquanta.
La startup di Boston, fondata da Adam Bercu, ha lanciato un drone dotato di sensori e di un software in grado di monitorare dove serve del fertilizzante e quanto, che sta già riscuotendo molto successo. "I droni potranno avere un impatto enorme in agricoltura – sostiene Bercu –. Con il monitoraggio del terreno potremo ottimizzare i raccolti e renderli molto più sostenibili dal punto di vista ambientale". Guardian Agriculture è finanziata da Leaps by Bayer, un fondo incentrato sulle innovazioni in agricoltura sostenuto dal gigante farmaceutico tedesco Bayer, oltre che da una decina di altri investitori, e ha già 20 milioni di dollari di ordini dai coltivatori in California e Florida. Il valore che questi tipi di operazioni automatizzate con i droni possono generare su larga scala è molto rilevante, in base a tutti gli studi di settore. Nel rapporto The Future of the Drone Economy di Levitate Capital si parla di un mercato globale dei droni industriali superiore a quello della difesa e di una crescita rapidissima, destinata a raggiungere i 90 miliardi di dollari entro il 2030. Questa crescita, secondo Levitate, porterà a una rivoluzione completa dello spazio aereo, che entro la fine di questo secolo finirà per essere dominato dai velivoli autonomi, destinati a diventare molto più diffusi dei velivoli guidati da piloti, in una trasformazione radicale del nuovo ecosistema dell’aviazione.
In Italia il settore dei droni industriali nel complesso ha retto l’impatto della pandemia e guarda al futuro con ottimismo, in base alla recente ricerca realizzata dall’Osservatorio Droni del Politecnico di Milano. Sono 447 i progetti internazionali di applicazione industriale dei droni mappati dall’Osservatorio Droni 2021 in riferimento al biennio 2019-2020, di cui 199 nell’ultimo anno. Il 30% dei progetti riguarda ispezioni e sopralluoghi, l’ambito più maturo che da solo copre il 43% dei progetti operativi, mentre solo il 26% riguarda il trasporto, che invece si trova ancora in una fase esplorativa. L’80% delle imprese confida comunque in una robusta crescita del mercato nei prossimi tre anni e il 50% inizia a percepirlo come un mercato di massa. Una spinta arriverà dall’evoluzione normativa, con il nuovo Regolamento Europeo Droni, in vigore dal 31 dicembre 2020, accolto favorevolmente dal 60% delle imprese per il suo impatto positivo dal punto di vista commerciale e industriale, che ha concentrato le autorizzazioni sotto il presidio della European Union Aviation Safety Agency, armonizzando i regolamenti sull’intero territorio dell’Unione Europea, facendo decadere le regolamentazioni nazionali e abolendo la distinzione fra utilizzo ricreativo e professionale dei droni.