Milano, 20 novembre 2024 – La Lombardia è ancora la “locomotiva d’Italia”? Su questa – storica – definizione della regione lombarda oggi è scoppiata una polemica a distanza tra il governatore lombardo Attilio Fontana e Bankitalia. ''Se Bankitalia ha dichiarato che la 'Lombardia non è più la locomotiva d'Italia', come titolano tutti i media nazionali, siamo di fronte a una affermazione che ha davvero dell'incredibile. Se, invece, è così, ci dicano chi è il nuovo motore trainante dell'Italia, in grado di garantire 56 miliardi di residuo fiscale all'anno al Paese'' ha chiosato in una nota il presidente di Regione.
I dati autunnali di Bankitalia
Ma cosa è successo? Tutto è stato innescato dall’aggiornamento autunnale di Banca d'Italia secondo la quale il pil della regione è in crescita ma in maniera contenuta. La stima del prodotto interno lordo è di un +0,4% ed è allineato con l'andamento nazionale. Non ci sono segnali di recessione ma la debolezza del 2023 e della prima parte del 2024 è proseguita anche nel terzo trimestre dell'anno. A pesare è l'industria la cui produzione segna un -1,2% nel primo semestre del 2024 con la debolezza della domanda sia interna sia estera. In generale – ha fatto sapere Bankitalia – è proseguito il calo dell'export (-0,3%).
Fontana: noi tra i più competitivi in Europa
''Mi auguro, ma soprattutto se lo augurano i lombardi, che Bankitalia chiarisca al più presto. La Lombardia è una delle regioni più competitive d'Europa, il territorio che attrae in assoluto più investimenti dall'estero e che produce il 26% dell'export italiano ogni anno. Dati oggettivi che confermano la nostra capacità di essere leader economico d'Italia e a livello internazionale'', ha rivendicato il presidente della Regione. Pochi giorni fa era stato lo stesso ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti (ospite dell’evento 'Il mondo è in Lombardia. Verso il World Summit 2025') a tessere le lodi dell’economia lombarda: “La Lombardia, se considerassimo solo il Pil, sarebbe il decimo stato dell'Ue – aveva detto-. Una solidità che si fonda sulla diversificazione dell'economia”. Per Giorgetti “un risultato frutto di decenni di investimenti in infrastrutture, innovazione tecnologica e sviluppo industriale”.
L’affondo dell’opposizione
Per l’opposizione i dati della Banca d’Italia non sono stati una “doccia fredda”, anzi: “Lo ripetiamo dai primi giorni della legislatura regionale, ora lo dicono anche i dati di Banca d'Italia: la Lombardia non è più locomotiva del Paese. La nostra crescita è calata fino ad essere in linea con quella nazionale, una cosa che non era mai accaduta prima" hanno detto Pierfrancesco Majorino ed Emilio Del Bono, rispettivamente capogruppo del Pd e vicepresidente del Consiglio regionale della Lombardia, osservando che "questo è il risultato di fattori esterni ma pure di mancate scelte politiche di una giunta Fontana velleitaria e ideologica. Davvero si pensa che il Piano Lombardia, ovvero una pletora di piccoli interventi, quasi nessuno dei quali di una minima valenza strategica, possa essere stato motore di sviluppo?".
"Seve una politica industriale seria”
Per il due esponenti dem "la Lombardia ha bisogno di una politica industriale seria, supportata da una visione che possa accompagnare lo sviluppo anche nella necessaria transizione ecologica. C'è bisogno di una giunta regionale che pianifichi in modo ordinato le infrastrutture necessarie allo sviluppo e alla competitività del nostro territorio. C'è bisogno di una giunta che incentivi gli investimenti delle nostre piccole e medie imprese attraverso una Finlombarda più proattiva e meno passiva. "I dati di Bankitalia sono allarmanti, perché bassa crescita comporta un insieme di problemi economici e sociali che rischiano di esplodere. Il campanello d'allarme è suonato, è tempo che la giunta Fontana si svegli'', hanno concluso Majorino e Del Bono.