Sempre più medici in pensione, sempre meno giovani medici pronti a sostituirli: l’immagine del rischio di collasso nell’ambito della medicina territoriale in Italia ha le forme di una banale equazione matematica. La popolazione in Italia, sta invecchiando sempre di più, con conseguenze su spesa pubblica, risorse e personale sanitario impegnato a gestire sempre più pazienti. Con 24 milioni di pazienti cronici, il dispendio di energie e risorse crescerà ulteriormente. La medicina generale vivrà una situazione irreversibile se non si interverrà in tempo. Al momento, nonostante l’incremento di borse di studio, continua a sussistere un gap tra i laureati e gli specializzati. La specialità di Medicina Generale è sempre meno ambita tra i giovani, a pesare lo stress sulla professione, la burocrazia, e gli aspetti finanziari. All’ultimo concorso in Lombardia si sono presentati poco più di 500 candidati per 868 posti. Il problema dei medici di medicina generale non è isolato: entro il 2027 dovrebbero andare in pensione oltre 120.000 medici specialisti. Il problema viene affrontato di rado su media e discussione pubblica, e si tratta di un fatto curioso, considerato che la Sanità occupa l’80% circa del budget regionale.
Alcuni Paesi, come la Francia e il Regno Unito, hanno da tempo avviato processi in telemedicina: i pazienti possono ricevere da casa, online, la “visita” del medico, utilizzando addirittura macchinari fai da te, che permettono al medico di ricevere dati sui parametri vitali. In alcune zone remote della Francia esistono dei laboratori fai - da- te, dove i pazienti possono recarsi per farsi televisitare dai medici, per rispondere alla problematica della mancanza di medici in territori marginali. Al momento, la telemedicina, unita ad una riorganizzazione dei processi territoriali, e ad un maggiore e diverso stanziamento delle risorse potrà rappresentare uno degli elementi di salvataggio del sistema. Senza un intervento della politica, però, il sistema rischia di collassare gradualmente, con un prezzo che verrà pagato, principalmente, dai pazienti.